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Gioacchino Gesmundo



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Gioacchino Gesmundo. Sotto l’immagine sono annotati, oltre al  nome, data e luogo di nascita e data e luogo di morte. Di anni 35. Nato il 20 novembre 1908 a Terlizzi, in provincia di Bari. Dopo aver completato gli studi medi inferiori nel proprio paese, frequenta con successo l’Istituto magistrale superiore a Bari. Nel 1928 diventa insegnante elementare nelle scuole del Governatorato, a Roma. Iscritto all’Istituto superiore di Magistero dell’Università della capitale, nel 1932 si laurea e nel settembre dello stesso anno ottiene la carica di supplente nel Regio Liceo di Formia. Nel 1935 è trasferito a Roma, presso il Liceo scientifico Cavour, dove è presto nominato professore di ruolo. Attivo antifascista fin dagli anni ’30, alla caduta di Mussolini si iscrive al Partito comunista e, dopo l’8 settembre, entra nelle fila del movimento di liberazione, divenendo uno degli animatori del Comitato di liberazione nazionale (C.L.N.) di Roma. La sua abitazione si trasforma ben presto in un importante centro della Resistenza romana, tanto da ospitare persino la redazione clandestina dell’Unità, oltre ad armi e munizioni per i GAP, con i quali compie numerose azioni in prima persona. Il 29 gennaio 1944 però le SS irrompono in casa sua per una perquisizione. Sorpreso in possesso di due sacchi di chiodi utilizzati per compiere atti di sabotaggio, Gesmundo è immediatamente arrestato e tradotto nelle carceri di Via Tasso. Interrogato e torturato per oltre un mese, il 22 marzo è condannato a morte dal tribunale militare tedesco. La sua esecuzione tuttavia non è dovuta alla sentenza del processo, bensì alla decisione presa due giorni dopo dal comando romano delle SS, ed in particolar modo dal Ten. Col. Kappler. Inserito infatti nella lista dei detenuti da giustiziare in rappresaglia all’attentato di Via Rasella, Gesmundo viene fucilato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine, con altri 334 carcerati. Il 24 agosto 1948 gli è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare e alla memoria con la seguente motivazione: "Comandante, in territorio occupato dal nemico, di una zona clandestina insurrezionale ed in seguito responsabile di importante ufficio di controspionaggio, esplicava preziosa attività organizzativa e partecipava a numerose azioni di sabotaggio che incidevano sensibilmente sullo spirito e sulla efficienza delle unità nazifasciste. Orientava ogni sua attività al potenziamento degli organi preposti alla guerra partigiana, sfidando costantemente ogni insidia e pericolo. Catturato dalle SS. fasciste e tedesche durante l’esercizio del suo incarico, venne sottoposto per un mese intero ad inenarrabili torture, stoicamente sopportate a tutela del segreto militare e politico che custodiva. Condannato dal tribunale di guerra tedesco alla pena di morte, con la fermezza degli Eroi affrontava la morte alle Fosse Ardeatine tramandando ai posteri fulgida prova di fede nella dura lotta per la conquista della libertà. Roma, 8 settembre 1943-24 marzo 1944."

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 35 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 20/11/1908
Luogo di nascita Terlizzi
Provincia di nascita Bari

Data di morte: 24/3/1944
Luogo di morte: Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Titolo di studioLaurea
Categoria professionaleCulto, professioni e arti liberali
Professione Insegnante Professore di storia e filosofia presso il Liceo scientifico Cavour di Roma.

Appartenenza politicaComunista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: settembre 1943 - 24/3/1944
Tipo di reparto: Comitato
Nome del reparto: Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Roma
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Il 29 gennaio 1944 le SS irrompono nella sua abitazione romana per una perquisizione. Sorpreso in possesso di due sacchi di chiodi utilizzati per compiere atti di sabotaggio, è immediatamente arrestato e tradotto nelle carceri di Via Tasso. Interrogato e torturato per oltre un mese, il 22 marzo è condannato a morte dal tribunale militare tedesco. La sua esecuzione tuttavia non è dovuta alla sentenza del processo, ma alla decisione presa il 24 marzo 1944 dal comando romano delle SS. Inserito infatti nella lista dei detenuti da giustiziare in rappresaglia all'attentato di Via Rasella, Gesmundo viene fucilato alle Fosse Ardeatine con altri 334 carcerati.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro assegnata in data 24/8/1948
Collegamenti:Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Antonio Ayroldi | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Alberto Fantacone | Dardano Fenulli | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Enrico Mancini | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Simone Simoni | Raffaele Zicconi |

BIBLIOGRAFIA

  • Gioacchino Gesmundo in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. II, Milano, La Pietra, 1971, p. 541
  • Gioacchino Gesmundo: i nipoti non dimenticano in "Patria indipendente" N. 3, Roma, 28 marzo 2004, p. 51
  • Gioacchino Gesmundo martire delle Ardeatine in "Lettera ai Compagni" Anno XXXVIII, N. 6, Novembre/Dicembre 2009
  • Franca Caputo - Giorgio Caputo La speranza ardente. Storia e memoria del movimento studentesco antifascista, Roma, Il Tipografo, 1998, pp. 34, 35, 36, 78, 102, 128, 144, 145, 149, 167
  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. I p. 420, vol. II p. 382
  • Martino Contu I Martiri Sardi delle Fosse Ardeatine. I militari, Cagliari, AM&D Edizioni, 1999, p. 18
  • Gioacchino Gesmundo - A cura di Michele De Santis - Renato Brucoli Lettere a familiari (1930-1943), Terlizzi (BA), Ed insieme, 2007
  • Gioacchino Gesmundo - A cura dei nipoti Gesmundo Testimonianze. Nel centenario della nascita (20 novembre 1908-2008), Terlizzi (BA), Ed Insieme, 2009
  • Antonio Lisi Gioacchino Gesmundo, l’altro martire di Terlizzi: raccolta di documenti e testimonianze: Fosse Ardeatine, 24-3-44 (Ricostruzione storica), Rieti, 1993
  • Michele Morgese "Zio Ninì", Gioacchino Gesmundo, Terlizzi (BA), Comune di Terlizzi, 2010
  • Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Roma, Donzelli, 1999

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a Paolo Aringoli, scritta in data 08-08-1943
Località di stesura: Roma
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea
La lettera è conservata presso: Carte private di Pietro Porfilio, Terlizzi (Bari)

Note al documento:
Il destinatario è un ex-alunno di Gioacchino Gesmundo. La data riportata nell'originale è un chiaro errore, corretto da una mano differente da quella dell'autore. Il prof. Porfilio, che custodisce il documento, lo ha ricevuto da Paolo Aringoli in persona.

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