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Antonio Ayroldi



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Antonio Ayroldi. Di anni 37. Nato il 10 settembre 1906 ad Ostuni, in provincia di Brindisi. Sposato e padre di un figlio. Arruolatosi volontario nel Regio esercito italiano nel dicembre 1925, frequenta con profitto la scuola per allievi sottufficiali di Roma, al termine della quale è aggregato al 71º Gruppo aeroplani osservazione aerea. Nel 1939 entra all’Istituto superiore di guerra di Torino. Inviato in Africa settentrionale nel febbraio del 1941, prende parte alle battaglie di Tobruk, Marsa Matruk ed El-Alamein. Decorato per meriti sul campo con la croce al valor militare italiana e la croce di ferro tedesca, nel 1943 viene rimpatriato ed assegnato allo Stato Maggiore, a Roma. Dopo l’armistizio rifiuta di aderire alla Repubblica sociale italiana (R.S.I..) e trova rifugio alla clinica Villa Bianca Maria. Collegatosi con il Fronte militare clandestino di Montezemolo, entra nelle fila della formazione comandata dal colonnello Ezio De Michelis con compiti di collegamento e trasporto d’armi e di munizioni. Il 2 marzo 1944, durante un incontro con 3 partigiani, Ayroldi viene sorpreso ed arrestato dalle SS, che lo trovano in possesso di alcuni documenti falsi e di un’ingente somma di denaro. Immediatamente tradotto nelle carceri di Via Tasso, subisce numerosi interrogatori e torture, prima di essere fucilato alle Fosse Ardeatine assieme ad altri 334 detenuti.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 37 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 10/9/1906
Luogo di nascita Ostuni
Provincia di nascita Brindisi

Data di morte: 24/3/1944
Luogo di morte: Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Titolo di studioLicenza media superiore. Frequenta con profitto la scuola per allievi sottufficiali di Roma e l’Istituto superiore di guerra di Torino
Categoria professionaleUfficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati
Professione Ufficiale del regio esercito
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Reparto tiburio 71° Gruppo aeroplani osservazione aerea
GradoMaggiore
Località di servizioAfrica settentrionale

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Prima formazione nella Resistenza: settembre 1943 - 24/3/1944
Tipo di reparto: Formazione
Nome del reparto: Formazione comandata da colonnello Ezio De Michelis, alle dipendenze del Fronte militare clandestino
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Catturato dalle SS il 2 marzo 1944 durante un incontro con 3 partigiani e sorpreso in possesso di denaro e documenti falsi, viene immediatamente tradotto nelle carceri di Via Tasso, dove subisce interrogatori e torture. Sarà fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, assieme ad altri 334 detenuti.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'argento
Collegamenti:Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Alberto Fantacone | Dardano Fenulli | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Gioacchino Gesmundo | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Enrico Mancini | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Simone Simoni | Raffaele Zicconi |

BIBLIOGRAFIA

  • Antonio Ayroldi in "Italia nuova", 23 settembre 1944
  • Antonio Ayroldi partigiano eroe in "La Lanterna", Brindisi, 1° maggio 1945
  • Uno dei 335 in "Risveglio Ossolano", Domodossola, 27 novembre 1946
  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 22-31
  • Carlo Ayroldi Ti portai il bacio di mamma in "Lo Scudo", Ostuni, 4 marzo 1945
  • Antonella Ayroldi - Francesco Calamo Specchia L’esecuzione. Un uomo comune alle Fosse Ardeatine, Roma, Datanews Editrice, 1997
  • Michele Iannarone In memoria del patriota maggiore Antonio Ayroldi in "Lo Scudo", Ostuni, 4 marzo 1945
  • Bruno Ricci Nel 3º anniversario della morte del Magg. Antonio Ayroldi in "Il Marciapiede", Ostuni, 23 aprile 1947

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a Signora Claudi e a Monin,
Località di stesura: Carceri di Via Tasso, Roma
Stato del documento: copia



Collocazione bibliografica:
Mimmo Franzinelli (a cura di), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della resistenza 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, p. 91

Note al documento:
A pag. 91 del volume "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della resistenza 1943-1945" (curato da Mimmo Franzinelli; Milano, Mondadori, 2005) è spiegato che: "Il biglietto è stato consegnato alla proprietaria della clinica ove Ayroldi era stato a lungo ospite dall'avvocato Camillo Simonetti, liberato dalle carceri di via Tasso il 19 marzo 1944".

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