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Alberto Fantacone



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Alberto Fantacone. Di anni 27. Nato il 25 settembre 1916 a Roma. Sposato e padre di una figlia. Arruolato nel 2º Reggimento Bersaglieri del Regio esercito italiano, è impiegato dapprima sul fronte alpino, quindi su quello greco-albanese. A Kiorguzath viene gravemente ferito alla gamba sinistra. Il 27 ottobre 1941, sottoposto a visita dalla Commissione Medica per le Pensioni di Guerra, gli vengono riscontrati "Esiti f.a.f. trasfossa al 3º superiore della coscia sinistra consistenti in ampie cicatrici di cui una con piccola fenestrazione aponeurotica. Limitazione della flessione del ginocchio; ipertrofia" (ringraziamo Gabriella Fantacone per l’informazione che ci ha permesso di correggere le inesattezze pubblicate in altri testi cartacei, e precedentemente anche in questa banca dati, che riferiscono di una menomazione differente, di cui invece non si ha prova). Posto in congedo temporaneo, ne approfitta per completare gli studi in Giurisprudenza, laureandosi nel 1942. Per un breve periodo esercita la professione di avvocato come praticante procuratore legale, ma presto rientra nei quadri dell’esercito. L’8 settembre si trova ad Arezzo, impiegato presso il distretto militare della città. Rifiutatosi di aderire alla R.S.I. (Repubblica sociale italiana), si trasferisce a Roma con la famiglia e prende contatto con le prime organizzazioni clandestine che vanno formandosi in città. Aggregatosi alla Banda partigiana Neri (che fa capo al Partito d’Azione), si occupa principalmente di reperire documenti falsi per i compagni di lotta. Tradito da una delazione, il 28 gennaio 1944 è sorpreso dalle SS durante una riunione. Rinchiuso nella cella n.13 delle carceri di Via Tasso, subisce numerosi interrogatori e torture. Il 23 febbraio è trasferito nel penitenziario di Regina Coeli, a disposizione del Comando germanico. Il 24 marzo, in seguito all’attentato partigiano di via Rasella in cui perdono la vita 33 soldati tedeschi, è selezionato con altri 334 detenuti per essere fucilato nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Dopo la liberazione gli è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare e alla memoria.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 27 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 25/9/1916
Luogo di nascita Roma
Residenza Roma

Data di morte: 24/3/1944
Luogo di morte: Fosse Ardeatine . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Titolo di studioLaurea. Laurea in Giurisprudenza
Categoria professionaleCulto, professioni e arti liberali
Professione Praticante procuratore legale
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Arma Fanteria, corpo dei Bersaglieri
Reparto tiburio 2° Reggimento
GradoTenente
Località di servizioAlpi e poi Grecia

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Tradito da una delazione, è arrestato a Roma il 28 gennaio 1944 da un gruppo di SS. Rinchiuso nella cella n. 13 delle carceri di Via Tasso, subisce interrogatori e sevizie. Trasferito al terzo braccio di Regina Coeli, è scelto dai nazisti per essere fucilato alle Fosse Ardeatine, in rappresaglia all'attentanto partigiano di Via Rasella.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 23 marzo 1944 32 soldati tedeschi perdono la vita in Via Rasella, a causa di un attentato partigiano. La rappresaglia scatta inesorabile il giorno successivo. Dopo mezza giornata di ricerche frenetiche, le SS, sotto il coordinamento del Ten. Col. Herbert Kappler, radunano 320 detenuti, tra ebrei e prigionieri politici, ed individuano il luogo adatto all’esecuzione: le Fosse Ardeatine, antiche cave nei pressi della via Ardeatina, poco fuori Roma. Poco dopo l’ora di pranzo tuttavia, muore un altro dei feriti nell’attacco del giorno precedente. E’ la trentatreesima vittima, perciò si richiedono altri 10 detenuti da giustiziare. E’ lo stesso Kappler ad individuarli, tra gli ebrei arrestati in mattinata. Nel primo pomeriggio i condannati vengono caricati sui camion, senza che venga data loro alcuna spiegazione; il loro numero totale è di 335. Arrivati alle Fosse, vengono condotti, 5 per volta, nel profondo delle grotte, posti in ginocchio e fucilati alla nuca. La terribile processione di morte si chiude soltanto alle 7 di sera, quando anche l’ultimo nome viene cancellato dalla lista. Subito dopo le mine vengono fatte esplodere e la cava crolla sui cadaveri, allo scopo di nascondere l’orrore della strage.
Collegamenti:Strage di Fosse Ardeatine , comune di Roma . 24/3/1944
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Ferdinando Agnini | Anonimo Anonimo | Anonimo (le mie prigioni) Anonimo | Anonimo (ormai per me...) Anonimo | Anonimo (W Italia) Anonimo | Antonio Ayroldi | Ugo Baglivo | Marcello Bucchi | Giuseppe Celani | Saverio Coen | Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo | Gerardo De Angelis | Dardano Fenulli | Edmondo Fondi | Genserico Fontana | Gioacchino Gesmundo | Maurizio Giglio | Epimenio Liberi | Umberto Lusena | Enrico Mancini | Alberto Marchesi | Vittorio Marimpietri | Sabato Martelli Castaldi | Orlando Orlandi Posti | Antonio Prosperi | Domenico Ricci | Simone Simoni | Raffaele Zicconi |

BIBLIOGRAFIA

  • Mario Avagliano (a cura di) Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2006, pp. 206 e 409
  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 77-79
  • Marco Cecchini Giovanna Marini canta la tragedia delle Fosse Ardeatine. Il testo della canzone in "Patria indipendente" n. 6, 15 giugno 2003, p. 42
  • Mario Leuci Albo d’oro. Uno dei caduti del 24 marzo in "Corriere giudiziario. Organo delle classi forensi" A. XLV, N. 988, Roma, 22-29 luglio 1944, p. 1
  • Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Roma, Donzelli, 1999

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Moglie, scritta in data 19-03-1944
Località di stesura: Carceri di Regina Coeli, Roma
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Carte private di Gabriella Fantacone,

Note al documento:
La lettera è stata precedentemente pubblicata nella banca dati sottoforma di trascrizione. Rispetto all'originale, essa presentava numerose differenze. Ringraziamo Gabriella Fantacone, figlia di Alberto, per averci permesso di emendare gli errori sia nel testo del messaggio che nella biografia del condannato.

INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI