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Costantino Ebat (Costanzo)



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 33. Nato il 4 maggio 1911 a Livorno ed ivi residente. Tenente colonnello di artiglieria in servizio di Stato Maggiore, riceve la medaglia d’argento al valor militare per essersi distinto durante i primi anni di guerra. Dopo l’armistizio, nell’autunno del 1943, si collega con il Fronte militare clandestino diretto da Montezemolo ed entra nelle fila della Banda Napoli con il nome di battaglia "Costanzo". Il suo compito principale consiste nel reperire informazioni sull’organizzazione difensiva dell’esercito tedesco nella zona di Civitavecchia (Roma). Successivamente passa ad un’altra formazione: la Banda Billi. Il 30 marzo 1944 i fascisti lo arrestano a Roma, su delazione di un infiltrato. Condotto nelle carceri di Via Tasso, è interrogato e torturato, prima di essere trasferito al penitenziario di Regina Coeli. Il 9 maggio il Tribunale militare tedesco lo processa e lo condanna a morte. La sentenza è eseguita il 3 giugno: mentre sono già in corso i preparativi della ritirata tedesca dalla capitale, alle ore 10 del mattino un plotone della Polizia Africa Italiana (PAI) fucila sugli spalti di Forte Bravetta Costantino Ebat, Fortunato Caccamo (carabiniere), Mario De Martis (tenente pilota), Giovanni Lupis (guardia di pubblica sicurezza), Emilio Scaglia (guardia di pubblica sicurezza) e Guido Orlanducci (sergente). Nel 1944 gli è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare e alla memoria con la seguente motivazione: "Dopo l’armistizio, con fedeltà e con decisione, prodigava ogni sua attività nella lotta di liberazione entrando a far parte del fronte militare della resistenza sorto nella Capitale e rendendo servizi altamente e vivamente apprezzati nei campi organizzativo, informativo e della propaganda. Operando in condizioni di ambiente particolarmente difficili e pericolosi, riusciva a raccogliere importanti notizie sulla situazione dei tedeschi al fronte di Anzio e nella regione della Tolfa. Cadeva, poi, per delazione, in mano delle SS. germaniche insieme ad un gruppo di suoi dipendenti. Per trentacinque giorni, ripetutamente interrogato e barbaramente seviziato, manteneva fiero ed esemplare contegno, nulla rivelando sull’organizzazione di resistenza, che gli era ben nota, e rivendicando generosamente su di sé ogni responsabilità nel tentativo di salvare i dipendenti. Condannato e tratto a morte con altri cinque compagni, era a tutti di esempio per serenità e per fede e, nelle lettere scritte dal carcere, lasciava memorabili testimonianze del modo con il quale i più nobili sentimenti, di Religione, di Patria, di Famiglia, debbono albergare nell’animo di un prode soldato. Roma, 3 giugno 1944."

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 33 anni
Genere Maschio
Data di nascita 4/5/1911
Luogo di nascita Livorno
Residenza Livorno

Data di morte: 3/6/1944
Luogo di morte: Forte Bravetta . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Categoria professionaleUfficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati
Professione Tenente colonnello di Artiglieria in Servizio di Stato Maggiore
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Arma Artiglieria
GradoTenente colonnello in Servizio di Stato Maggiore

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Costanzo
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: autunno 1943 - 3/6/1944
Tipo di reparto: Banda
Nome del reparto: Banda Napoli
Tipo di reparto: Banda
Nome del reparto: Banda Billi
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale militare di guerra tedesco - Sentenza emessa in data 9/5/1944.
Esecuzione:Nazifascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Tradito da una delazione, è arrestato il 30 marzo 1944, a Roma. Incarcerato in Via Tasso, interrogato e torturato, è poi trasferito a Regina Coeli. Il Tribunale militare tedesco lo processa e condanna il 9 maggio. Il 3 giungo viene portato a Forte Bravetta e fucilato.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Alle ore 10 del 3 giugno 1944, mentre sono già in corso i preparativi per la ritirata tedesca da Roma, un plotone della Polizia Africa Italiana (PAI) fucila a Forte Bravetta Fortunato Caccamo (carabiniere), Mario De Martis (tenente pilota), Costantino Ebat (maggiore), Giovanni Lupis (guardia di pubblica sicurezza), Emilio Scaglia (guardia di pubblica sicurezza) e Guido Orlanducci (sergente).
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro assegnata in data 1944
Collegamenti:Strage di Forte Bravetta, comune di Roma (Roma). 3/6/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Fortunato Caccamo | Mario De Martis | Emilio Scaglia |

BIBLIOGRAFIA

  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 72-73
  • Eugenia Latini (a cura di) I martiri di Forte Bravetta / Prefazione di Giovanni Gigliozzi, Roma, A.N.F.I.M., 2006, pp. 21, 38
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 98-100
  • Augusto Pompeo (a cura di) Forte Bravetta 1932-1945. Storie memorie territorio, Roma, XVI Circoscrizione, 2000
  • COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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    Lettera a Madre, scritta in data 03-06-1944
    Località di stesura: Carcere di Regina Coeli, Roma
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina

    La lettera è conservata presso:
    Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

    Collocazione archivistica:
    Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 8 fasc. 15


    INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI