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Ivo Pasquinelli



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 20, operaio tornitore. Nato a Jesi (Ancona) il 1º gennaio 1924, ancora ragazzo iniziò a lavorare in una fabbrica di sedie per divenire poi un operaio tornitore. Dopo l’8 settembre 1943 contribuì alla costituzione dei primi nuclei armati della Resistenza locale entrando in una formazione di Poggio San Romualdo con il compito di trasformare la propria casa in una base d’appoggio per gli altri partigiani e un rifugio per sbandati e prigionieri alleati fuggiti dai vicini campi di prigionia. Nel gennaio 1944 fu sorpreso e catturato da una pattuglia tedesca, lungo la costa tra Porto San Giorgio e Porto Civitanova, mentre stava accompagnando alcuni piloti inglesi all’appuntamento con un sommergibile alleato inviato a prelevarli. Rinchiuso nel carcere di Macerata, Pasquinelli fu sottoposto a duri interrogatori durante i quali dichiarò orgogliosamente di essere «un partigiano combattente il fascismo». Per tale affermazione fu condannato a morte e fucilato il 3 aprile al campo di concentramento Sforzacosta dove, nel corso dello stesso mese sarebbero stati internati centinaia di giovani di Tolentino delle classi dal 1914 al 1926, renitenti alla leva della R.S.I. o alla chiamata al lavoro obbligatorio. Nel dopoguerra gli fu intitolata una via di Jesi, un Circolo ARCI e, nell’ambito delle iniziative del 60º anniversario della Liberazione, il campo sportivo Boario.

Autore della presentazione: Enrica Cavina

DATI ANAGRAFICI

Età 20 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 1/1/1924
Luogo di nascita Jesi
Provincia di nascita Ancona
Residenza Ancona

Data di morte: 3/4/1944
Luogo di morte: Campo prigionieri di guerra di Sforzacosta
Comune di morte: Sforzacosta
Provincia di morte: Macerata
Regione di morte:Marche

Categoria professionaleOperai
Professione Operaio Operaio tornitore.

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: autunno 1943 - 3/4/1944
Tipo di reparto: Gruppo
Nome del reparto: Gruppo armato di Poggio San Romualdo (fraz. di Fabriano, Ancona)
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Altro
Agente della condanna: Dalla documentazione in nostro possesso non è possibile stabilire se l'agente della condanna sia stato il tribunale di guerra tedesco o un comando militare, ma è certo che si trattò di una rappresaglia nazista.
Esecuzione:Nazista
Circostanza della morte: Eccidio
Descrizione della circostanza della morte: Nel gennaio del 1944 Ivo stava accompagnando, lungo la costa tra Porto San Giorgio e Porto Civitanova, alcuni piloti inglesi che si sarebbero dovuti imbarcare su un sommergibile degli Alleati mandato a prelevarli. Sorpreso e catturato da una pattuglia tedesca fu portato a Macerata e rinchiuso nelle carceri giudiziarie. Durante gli interrogatori Ivo dichiarò di essere un partigiano combattente.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione In seguito alle dichiarazioni rilasciate durante un interrogatorio in merito alla sua adesione al movimento partigiano, Ivo fu condannato a morte e fucilato nel campo di concentramento di Sforzacosta.

BIBLIOGRAFIA

  • Giuseppe Luconi L’anno più lungo, Jesi, Litografia Jesi, 1994

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Madre, scritta in data 27-03-1944
Località di stesura: Carceri giudiziarie di Macerata
Stato del documento: autografo

La lettera è conservata presso:
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona

Indirizzo web:
http://www.storiamarche900.it

Note al documento:
La lettera fu scritta da Ivo Pasquinelli che non supponeva che a breve sarebbe stato ucciso.

» Leggi
Lettera a Madre, scritta in data 31-03-1944
Località di stesura: Carceri giudiziarie di Macerata
Stato del documento: autografo

La lettera è conservata presso:
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche - Ancona

Indirizzo web:
http://www.storiamarche900.it

Note al documento:
La lettera fu scritta da Ivo Pasquinelli senza sospettare che a breve sarebbe stato ucciso. Alla fine della prima facciata sono citati i nomi di alcuni famigliari di Ivo: Elsa e Settimina erano le sue sorelle; Demetrio, il marito di Elsa; Gianfranco, Elviretta (e non Elinetta, come precedentemente trascritto) e Sauro, i loro figli. Si ringrazia Chiara Brocanelli (figlia della stessa Elviretta) per le preziose informazioni fornite in proposito.

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