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Zeffirino Ballardini



PRESENTAZIONE

Foto di Zeffirino Ballardini, che lo ritrae a mezzobusto. Sul retro è presente un timbro "Fotografia commericiale - Brescia, Corso Garibaldi 30 - Riproduzione" Di anni 22. Nato il 12 ottobre 1922 a Temù (Brescia). Di professione impiegato di banca. Diplomato in ragioneria all’Istituto Padre Piamarta dei salesiani di Brescia, è esentato dal prestare servizio di leva a causa di un soffio al cuore, e viene assunto alla filiale di Ponte di Legno del Credito Agrario Bresciano. Nell’autunno 1943 si unisce ai partigiani dell’alta Valcamonica, entrando a far parte della formazione comandata dallo zio, Raffaele Menici, che opera in stretto contatto con la 54ª Brigata Garibaldi. Il 13 ottobre 1944, nel tentativo di scovare e catturare proprio Menici, un reparto di SS germaniche si reca a Temù per eseguire un rastrellamento. Il ricercato non si trova in paese, ma i tedeschi arrestano comunque la moglie e la figlia. Anche la casa di Ballardini è perquisita a fondo e nel cassetto della sua scrivania sono rinvenuti documenti e materiali utilizzati per la propaganda partigiana. Fatto prigioniero, Zeffirino viene subito incarcerato ad Edolo con la madre e la sorella Idilia (inviata al Campo di concentramento di Bolzano il 6 di novembre; vi farà ritorno a guerra finita). Processato e condannato a morte, il 10 novembre il giovane si reca nella cella della madre per recitare con lei il rosario. Alle ore 17 è prelevato e condotto nello scantinato della prigione, dove viene ucciso assieme a Domenico Lazzeri (partigiano), Umberto Paroletti (partigiano) e Giovanni Raffaglio (operaio della Todt). Nottetempo i cadaveri dei quattro giustiziati vengono caricati su un carro, che si allontana dal penitenziario sotto lo sguardo ancora ignaro della madre di Ballardini. Le salme, sepolte in un primo momento in una fossa comune, verranno riesumate dopo qualche mese e trasferite al cimitero. Il padre di Zeffirino Ballardini, Lorenzo, si spegne il 19 novembre 1944, in seguito al collasso che lo ha colto al momento di apprendere la notizia della morte del figlio.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 22 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 12/10/1922
Luogo di nascita Temù
Provincia di nascita Brescia
Residenza Temù

Data di morte: 10/11/1944
Luogo di morte: Carcere di Edolo
Comune di morte: Edolo
Provincia di morte: Brescia
Regione di morte:Lombardia

Titolo di studioLicenza media superiore
Categoria professionaleUfficiali, impiegati pubblici e privati, pensionati
Professione Impiegato Impiegato presso il Credito Agricolo Bresciano, filiale di Ponte di Legno.

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata Garibaldi 54ª
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale
Esecuzione:Nazista
Circostanza della morte: Eccidio
Descrizione della circostanza della morte: Catturato il 13 ottobre 1944 a Temù, da un reparto nazista in azione di rastrellamento, percosso ed incarcerato perché trovato in possesso di materiale usato per proclami partigiani, viene ucciso nel carcere di Edolo assieme ad altri 3 compagni di prigionia
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Verso le ore 17 del 10 novembre 1944, Zeffirino Ballardini, Domenico Lazzarini, Umberto Paroletti (partigiani) e Giovanni Raffaglio (operaio della Todt), imprigionati nelle carceri di Edolo e precedentemente condannati a morte per la loro attività nella Resistenza, vengono condotti nello scantinato della prigione ed uccisi dai nazisti.
Collegamenti:Eccidio di Carcere di Edolo, comune di Edolo (Brescia). 10/11/1944
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere:

BIBLIOGRAFIA

  • Uno dei nostri. Zeffirino Ballardini da Temù in "La famiglia di Padre Piamarta" n. 4, [Brescia], luglio-agosto 1945
  • Zeffiro Ballardini in "La Valcamonica", [Breno (Bs)], 29 marzo 1947
  • La 54ª Brigata Garibaldi e la Resistenza in Valsaviore, 1984
  • Rolando Anni Dizionario della Resistenza bresciana, Brescia, Morcellana, 2008, p. 38
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 93-94
  • Mimmo Franzinelli Un dramma partigiano in "Studi bresciani. Quaderni della Fondazione Micheletti" N. 8, Brescia, Fondazione Micheletti, 1995, pp. 106-108 e 164-167
  • Dario Morelli Scritti incontro alla morte (Z. Ballardini, S. Belleri, M. Bettinzoli, G. Cappellini, L. Ercoli, F. Franchi, E. Margheriti, F. Moretti, T. Olivelli, G. Pelosi, G. Perlasca, R. Petrini, E. Rinaldini, F. Rinaldini, G. Venturini, G.B. Vighenzi) in "La Resistenza bresciana" fascicolo 23, Brescia, Istituto Storico della Resistenza bresciana, 1992, pp. 17-61
  • Ercole Verzeletti Fazoletti rossi. Fazzoletti verdi. Il dissidio nella Resistena camuna, Cologno Monzese (MB), Edizioni di Cultura popolare, maggio 1975, p. 52, 96

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Padre, scritta in data 08-11-1944
Località di stesura: Carcere di Edolo (Bs)
Stato del documento: autografo

La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

Collocazione archivistica:
Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945


INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI