22 Giugno- 12 Luglio: due iniziative della Fondazione Fossoli

Settantesimo dell’uccisione di Leopoldo Gasparotto e della strage al Poligono di Tiro di Cibeno
 (22 giugno – 12 luglio)

locandina iniziativa fondazione fossoli
 

“Al pomeriggio notizie di Italo”. Queste le ultime parole scritte da Leopoldo Gasparotto a Fossoli nel suo diario il 21 giugno del 1944: il giorno dopo sarebbe stato prelevato dal campo di concentramento e ucciso poco distante, da una squadra di SS proveniente da Verona.
Dopo questo fatto, diranno gli stessi internati nelle loro testimonianze, il clima nel campo di concentramento di Fossoli cambiò radicalmente in un crescendo di intimidazioni e violenze, fino a giungere, il 12 luglio del 1944, alla uccisione al Poligono di Tiro di Cibeno di 67 internati politici.
Leopoldo Gasparotto era un rappresentante di spicco dell’antifascismo, come molti dei 67 che trovarono la morte il 12 luglio: uomini che provenivano da ogni parte dell’Italia, diversi per formazione e orientamento politico, rinchiusi a Fossoli in un destino comune a causa della loro opposizione e lotta al nazifascismo. Erano i migliori, dicono di loro i compagni di prigionia. Difficile credere che la scelta omicida sia caduta su di loro in modo casuale.
In questo biennio di ricorrenze, questi due fatti occupano un posto di grande rilevanza, non solo per le vicende legate al Campo di Fossoli, ma per quello che ci dicono della natura della violenza perpetrata nel periodo 43-45 dai nazifascisti nel nostro Paese, i cui tanti episodi possono considerarsi parte della comune strategia di guerra ai civili. E al contempo, ci aiutano a comprendere meglio il ruolo svolto dal Campo di Fossoli nella politica persecutoria e repressiva.
Per ricordare questi episodi e portarli alla attenzione che meritano, la Fondazione ex Campo Fossoli e il Comune di Carpi hanno, in prossimità delle date commemorative, programmato due momenti pubblici.
Sabato 21 giugno si svolgerà nel pomeriggio presso la sede della Fondazione la presentazione della edizione on line di Uomini nomi memoria curata da Carla Bianchi, Metella Montanari e Anna Maria Ori, volume che ricostruisce le biografie dei 67 fucilati al Poligono; alla sera al Campo di Fossoli ci sarà lo spettacolo Dove sono le mie montagne?, reading dal Diario di Fossoli di Leopoldo Gasparotto a cura del Teatro dell’Argine.
Domenica 13 luglio presso il Poligono di Tiro di Cibeno si terrà la Commemorazione della Strage dei 67 internati al Campo di Fossoli, nel corso della quale ha assicurato la presenza – salvo imprevisti istituzionali – il Ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti.
Ma obiettivo della Fondazione è quello di riprendere, a partire dal settantesimo, alcune piste di lavoro su questi episodi e sui loro protagonisti. Innanzitutto riaprire la ricerca per far luce sulle tante ombre che ancora impediscono l’accertamento storico dei fatti; raccogliere e pubblicare le testimonianze, spesso inedite, lasciate dai martiri di Fossoli; infine, ma non certo meno importante, portare tutto questo nelle scuole, tra i giovani, quale un percorso di conoscenza e di formazione.

Marzia Luppi
Direttrice Fondazione ex Campo Fossoli

 

 
>> Per approfondire la strage del Poligono di tiro di Cibeno visualizza l’ articolo nella banca dati

25 aprile, lettere dei partigiani condannati a morte: un film-documentario di Pasquale Pozzessere

locandina documentario PozzessereTrasmesso in anteprima al cinema Eden di Roma la sera del 23 aprile 2014 e rilanciato sul sito de “Il Fatto quotidiano” nei due giorni successivi, il documentario “25 aprile, lettere dei partigiani condannati a morte” (nella foto a sinistra la locandina) è stato girato dal regista Pasquale Pozzessere con un ampio utilizzo delle fonti e dei documenti contenuti nella banca dati “Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana”.

Prodotta da BiancaFilm, la pellicola è al tempo stesso un film ed un progetto culturale, predisposto per essere diffuso attraverso il circuito scolastico, universitario ed il web, affinché non si dimentichino i molti oppositori al nazifascismo – per lo più giovanissimi – che vennero giustiziati tra il 1943 e il 1945. Ogni lettera è interpretata da un attore (più in basso, le interpretazioni di Claudio Amendola, Edoardo Leo e Riccardo Scamarcio) ed è preceduta dalla biografia del loro autore affidata agli studenti del Liceo Statale Virgilio di Roma.

 

Gli attori e le lettere pubblicate sul sito de “Il Fatto quotidiano”:

Claudio Amendola legge l'ultimo messaggio di Sabato Martelli Castaldi

Edoardo Leo legge l'ultimo messaggio di Salvatore Petronari

Riccardo Scamarcio legge l'ultimo messaggio di Franco Balbis

Mostra su Teresio Olivelli

A San Donato Milanese, dal 16 al 29 aprile 2014, è visitabile la mostra “Teresio Olivelli: l’Amore che tutto vince”. L’esposizione è stata realizzata dall’Azione Cattolica della Diocesi di Vigevano e si compone di 24 pannelli su cui, con foto e documenti, sono descritte le tappe della vita di Olivelli, dall’infanzia a Bellagio fino alla sua morte.

La biografia di Teresio Olivelli pubblicata in questa banca dati

Di anni 29, professore universitario, celibe. Nato il 7 gennaio 1916 a Bellagio (Como) e residente a Mortara (Pavia). Cresciuto in una famiglia di profonda fede cattolica, nel corso degli studi universitari aderì al fascismo pensando di poterne modificare gli aspetti che secondo lui erano negativi tramite il Cristianesimo. Nel 1939 partecipò ai Littoriali della cultura di Trieste vincendoli con una dissertazione sul razzismo. Laureatosi in Giurisprudenza l’anno precedente, divenne nel 1939 assistente di Diritto amministrativo all’Università di Torino. Nel 1940 fu segretario del Servizio studi dell’Istituto Nazionale di Cultura Fascista a Roma fino a quando partì volontario per la guerra. Combatté nel 13º Reggimento artiglieria alpina della Divisione “Julia” con il grado di sottotenente. Dopodiché partecipò alle operazioni sul fronte russo. Questa esperienza lo cambiò radicalmente. Rientrato il 20 marzo 1943, a soli 27 anni fu assunto come rettore dal Collegio universitario “Ghislieri” di Pavia. Richiamato alle armi nel luglio successivo, dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi e deportato in Germania. Dopo otto tentativi di fuga, riuscì finalmente a raggiungere l’Italia e ad entrare in contatto con il movimento clandestino. Incaricato di organizzare i contatti tra la provincia di Brescia, Cremona e il CLN di Milano, si dedicò soprattutto alla propaganda in ambienti cattolici grazie anche all’aiuto di Carlo Bianchi con cui fondò il foglio clandestino “Il Ribelle”. Il 27 aprile 1944 fu arrestato, insieme a costui in piazza San Babila a Milano, da militi dell’UPI avvisati della loro attività antifascista da un delatore. Immediatamente incarcerato nelle prigioni di San Vittore, fu sottoposto a duri interrogatori perché considerato un disertore. Vi rimase fino al 9 giugno quando fu inviato a Fossoli come internato politico. Qui ebbe modo di aiutare molti suoi compagni grazie alla sua conoscenza del tedesco. La sera dell’11 luglio anche il suo nome comparì nell’elenco di coloro che sarebbero stati fucilati il giorno dopo. Agli internati fu detto che avrebbero invece dovuto partire per nuova destinazione. La mattina del 12 luglio Olivelli non rispose all’appello. Rimase nascosto nel campo fino all’inizio di agosto quando fu scoperto in seguito allo sgombero di Fossoli. Tradotto a Bolzano, il 5 settembre fu deportato a Flossenburg. Il 1º ottobre fu destinato al sottocampo di Hersbrück dove morì il 12 gennaio 1945 in seguito alle percosse di una guardiano polacco per aver aiutato un prigioniero ebreo. Nell’aprile 1953 gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor militare alla memoria.

Teresio Olivelli

Teresio Olivelli in un’immagine tratta dal volume Uomini nomi memoria: Fossoli 12 luglio 1944 (a cura di Anna Maria Ori – Carla Bianchi Iacono – Metella Montanari; Carpi, Nuovagrafica, 2004, p. 132).“

ultima lettera di Teresio Olivelli

L’ultima lettera di Teresio Olivelli, scritta in data 8-10-1944 da Hersbrück