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Eraldo Soncini



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Eraldo Soncini con una divisa sportiva. La foto è conservata dalla nuora del condannato, Paola Romano Soncini. Operaio della Pirelli Bicocca, socialista, fu fucilato a Milano in Piazzale Loreto il 10 agosto 1944: aveva 43 anni. Nato a Milano il 4 aprile 1901, fu da subito oppositore della dittatura, perseguitato, malmenato e arrestato già nel 1924 dagli squadristi di Mario Giampaoli. Abitava con la moglie Irma e il figlio Franco in via Poerio 14. In Pirelli lavorava nell’officina 42, presiedeva la Commissione di fabbrica e rappresentava il Partito Socialista. Già nel 1943 era al lavoro con lui il figlio sedicenne, che lo affiancava anche nell’attività politica antifascista, insieme con i due fratelli Guido e Ferdinando, detto Nando. Dopo l’8 settembre 1943 entrò a far parte della 107ª Brigata SAP e dell’Esecutivo del P.S.I.U.P. della zona di porta Venezia. Qui era in costante contatto col maestro Salvatore Principato e con Dario Barni. Le riunioni avvenivano ora in via Melzo, ora in via Lecco, ora a casa di Barni in via Pecchio 11. Fu arrestato il 9 luglio 1944, come risulta anche da un documento della questura (Archivio di Stato di Milano, Gabinetto Prefettura - ii versamento, busta 368). Alle 8.15 circa le S.S. italiane si erano recate in via Pecchio per arrestare Barni, che avvisato dalla portinaia e grazie a uno stratagemma era riuscito a fuggire. Le S.S. avevano piantonato la casa, mentre circa alle 8.30 vi arrivò in bicicletta Eraldo Soncini per il consueto incontro con Barni. Principato era stato arrestato il giorno precedente. La portinaia gli fece cenno di fuggire, Soncini scappò, ma furono notati. Fu inseguito da un auto, fermato, arrestato in via Gran Sasso e condotto nel carcere di Monza. Fu arrestata anche la portinaia Giuditta Muzzolon (1897-1976), destinata alla fucilazione in piazzale Loreto, ma poi condotta in Germania a Ravensbrück. Si salvò. Dario Barni, invece, sarebbe caduto il 18 settembre a Begoglio presso Santa Maria della Versa, in uno scontro armato coi fascisti. Eraldo Soncini fu poi trasferito nel carcere di San Vittore il 7 agosto e posto nella medesima cella con Salvatore Principato (6º raggio, camerone 8), del quale avrebbe condiviso la sorte. Condotto con gli altri quattordici partigiani in Piazzale Loreto la mattina del 10 agosto 1944, provò a tentare la fuga, fu ferito ad un polpaccio in via Andrea Doria, e, zoppicante, fu inseguito su ordine del vice Federale Renato Vitali da alcuni militi della Brigata nera «Aldo Resega», tra i quali Luigi Campi e Giacinto Luisi. Raggiunto nel sottoscala del palazzo di via Palestrina 9 fu ucciso con una raffica di Sten dal Luisi. Sul muro interno nel luogo della morte è una lapide in sua memoria, sulla quale si legge: «Qui cadde | assassinato da vile mano fascista | il compagno Eraldo Soncini | per la grandezza della libertà d’Italia. | Spenta la voce | più grande | il suo ideale | 10 agosto 1944». Il corpo fu poi riportato con un autocarro nel mucchio degli altri cadaveri in Piazzale Loreto. I fratelli Guido e Nando e il figlio Franco (1926-1984) ne continuarono la lotta partigiana, sia in città, sia sulle montagne del bergamasco. Luigi Campi (nato a Milano il 29 novembre 1921) e Giacinto Luisi (nato a Resina-NA il 2 aprile 1902) furono riconosciuti colpevoli dell’assassinio di Soncini e condannati «alla pena di morte, con fucilazione nella schiena e alla confisca totale dei patrimoni, in favore dello Stato» con sentenza del 23 maggio 1947. La pena fu mutata l’anno successivo in ergastolo per Luisi e vent’anni per Campi; con progressive riduzioni in Corte di Cassazione tra 1953 e 1954 fino alla definitiva estinzione per amnistia negli anni successivi (Archivio di Stato di Milano, Corte d’Assise. Sezione straordinaria. Sentenze, vol. 10).

Autore della presentazione: Massimo Castoldi

DATI ANAGRAFICI

Età 43 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 4/4/1901
Luogo di nascita Milano
Residenza Milano

Data di morte: 10/8/1944
Luogo di morte: Piazzale Loreto . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Milano
Regione di morte:Lombardia

Categoria professionaleOperai
Professione Operaio Assunto presso la Pirelli di Sesto San Giovanni (MI)

Appartenenza politicaSocialista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipo di reparto: Commissione
Nome del reparto: Commissione interna della Pirelli (stabilimenti alla Bicocca)
Tipo di reparto: Comitato
Nome del reparto: Comitato di liberazione nazionale (Cln) della zona di Porta Venezia (Milano)
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata SAP 107ª
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazifascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Sorpreso dalle SS la mattina del 9 luglio 1944, mentre si trova nei pressi dell'abitazione di un compagno di lotta (situata in via Pecchio, a Milano), Eraldo Soncini tenta la fuga in bicicletta, ma viene raggiunto e fermato da un'auto delle stesse SS in via Gran Sasso. Tradotto nel carcere di Monza, il 7 di agosto viene trasferito nel penitenziario milanese di San Vittore, nella stessa cella di Salvatore Principato. Prelevato dalla cella il successivo 10 agosto, viene condotto a Piazzale Loreto per essere fucilato insieme ad altri 14 detenuti. Ferito da una raffica di mitra, Soncini tenta di fuggire, ma viene raggiunto e ucciso all'interno dell'edificio che si trova al civico numero 9 di via Palestrina.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione La mattina dell’8 agosto 1944 un camion tedesco esplode nel tratto settentrionale di Viale Abruzzi a causa di una bomba, provocando il ferimento dell’autista e la morte di alcuni passanti di nazionalità italiana. Nonostante il bando Kesselring preveda rappresaglie solo per vittime tedesche, Theodor Emil Saevecke, capitano delle SS e comandante della SIPO-SD (polizia di sicurezza) in Lombardia decide di applicare comunque il provvedimento. Alle ore 6 del 10 agosto 1944 15 prigionieri (Gian Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Salvatore Principato, Angelo Poletti, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati) vengono condotti in piazzale Loreto, vicino al luogo dell’attentato, per essere fucilati. Due di loro (Soncini e Temolo) tentano una disperata fuga, lanciandosi di corsa in direzioni opposte, ma entrambi non hanno fortuna e vengono uccisi. Gli altri, dopo esser stati fatti scendere dal camion, vengono fucilati da un plotone composto da militi della GNR e della Legione Ettore Muti. Terminata l’esecuzione, i corpi vengono lasciati sul posto per 24 ore, esposti al pubblico come monito e sotto stretta sorveglianza per impedire che chiunque, familiari compresi, possa avvicinarsi.
Collegamenti:Strage di Piazzale Loreto , comune di Milano . 10/8/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Giulio Casiraghi | Domenico Fiorani | Umberto Fogagnolo | Salvatore Principato | Libero Temolo |

BIBLIOGRAFIA

  • Luigi Borgomaneri Hitler a Milano. I crimini di Theodor Saevecke capo della Gestapp, Roma, Datanews editrice, 1997, pp. 131-146
  • Roberto Cenati - Antonio Quatela (a cura di) Alle fronde dei salici. 15 vite per la libertà. Milano - Piazzale Loreto, 10 agosto 1944, Milano, Anpi - Provincia di Milano, 2007

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a famigliari,
Località di stesura: Carcere di San Vittore (Milano)
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: copia fotostatica
La lettera è conservata presso: Carte private di Paola Romano Soncini,

Note al documento:
Il messaggio è stato scritto da Eraldo Soncini dopo il suo trasferimento dalle carceri di Monza a quelle di Milano (penitenziario San Vittore) e gli fu trovato indosso, arrotolato, dopo la fucilazione. Il documento originale è conservato da Paola Romano Soncini, nuora di Eraldo Soncini.

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