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Libero Temolo (Quinto)



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 37. Nato il 31 ottobre 1906 ad Arzignano (Vicenza). Trasferitosi a Milano con la famiglia, trova impiego dapprima come assicuratore, quindi come operaio presso lo stabilimento della Pirelli. Attivo antifascista e militante comunista, si impegna sia nella propaganda all’interno dell’azienda che dell’organizzazione delle Squadre di Azione patriottica (S.A.P.). Tradito da una delazione, viene arrestato all’uscita della fabbrica la sera del 21 aprile 1944. Rinchiuso nelle carceri milanesi di San Vittore, vi rimane fino al mattino del 10 agosto, quando è prelevato per essere fucilato a Piazzale Loreto con altri 14 tra partigiani e antifascisti, in rappresaglia all’attentato partigiano di due giorni prima in Viale Abruzzi. Il plotone d’esecuzione, composto da militi della legione "Ettore Muti", è comandato dal capitano delle SS milanesi Theodor Saevecke, che ha scelto in prima persona i nominativi dei 15 giustiziati (secondo la testimonianza di Elena Morgante, impiegata dell’ufficio delle SS incaricata di battere a macchina la lista). Giunto a destinazione, Libero Temolo intuisce ciò che sta per accadere e tenta la fuga, ma viene raggiunto e ucciso da una raffica dopo pochi metri. Assieme a lui perdono la vita quel giorno anche Gian Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Salvatore Principato, Angelo Poletti, Andrea Ragni, Eraldo Soncini e Vitale Vertemati. Oltre alla lapide commemorativa sul luogo della strage, in memoria di Libero Temolo è stata posta anche una targa al numero civico 40 di via Casoretto (nel quartiere Lambrate, a Milano).

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 37 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 31/10/1906
Luogo di nascita Arzignano
Provincia di nascita Vicenza
Residenza Milano

Data di morte: 10/8/1944
Luogo di morte: Piazzale Loreto . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Milano
Regione di morte:Lombardia

Categoria professionaleOperai
Professione Operaio Assunto presso lo stabilimento della Pirelli, a Milano. In precedenza, di professione assicuratore.

Appartenenza politicaComunista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Quinto
Tipologia del condannato:Partigiano
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazifascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Tradito da una delazione, viene arrestato all'uscita della fabbrica il 21 aprile 1944. Incarcerato nel penitenziario milanese di San Vittore, il 10 agosto successivo viene prelevato dalle SS e condotto in Piazzale Loreto assieme ad altri 14 detenuti, per essere fucilato in rappresaglia all'attentato partigiano avvenuto due giorni prima in Viale Abruzzi. Intuito ciò che sta per accadere, Temolo tenta di fuggire, ma viene raggiunto e ucciso da una raffica dopo pochi metri.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione La mattina dell’8 agosto 1944 un camion tedesco esplode nel tratto settentrionale di Viale Abruzzi a causa di una bomba, provocando il ferimento dell’autista e la morte di alcuni passanti di nazionalità italiana. Nonostante il bando Kesselring preveda rappresaglie solo per vittime tedesche, Theodor Emil Saevecke, capitano delle SS e comandante della SIPO-SD (polizia di sicurezza) in Lombardia decide di applicare comunque il provvedimento. Alle ore 6 del 10 agosto 1944 15 prigionieri (Gian Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Salvatore Principato, Angelo Poletti, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati) vengono condotti in piazzale Loreto, vicino al luogo dell’attentato, per essere fucilati. Due di loro (Soncini e Temolo) tentano una disperata fuga, lanciandosi di corsa in direzioni opposte, ma entrambi non hanno fortuna e vengono uccisi. Gli altri, dopo esser stati fatti scendere dal camion, vengono fucilati da un plotone composto da militi della GNR e della Legione Ettore Muti. Terminata l’esecuzione, i corpi vengono lasciati sul posto per 24 ore, esposti al pubblico come monito e sotto stretta sorveglianza per impedire che chiunque, familiari compresi, possa avvicinarsi.
Collegamenti:Strage di Piazzale Loreto , comune di Milano . 10/8/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Giulio Casiraghi | Domenico Fiorani | Umberto Fogagnolo | Salvatore Principato | Eraldo Soncini |

BIBLIOGRAFIA

  • Gianfranco Bianchi (a cura di) Dalla Resistenza. Uomini eventi idee della lotta di Liberazione in Provincia di Milano, Milano, Amministrazione provinciale di Milano, 1968, p. 48
  • Luigi Borgomaneri Hitler a Milano. I crimini di Theodor Saevecke capo della Gestapp, Roma, Datanews editrice, 1997, pp. 131-146
  • Roberto Cenati - Antonio Quatela (a cura di) Alle fronde dei salici. 15 vite per la libertà. Milano - Piazzale Loreto, 10 agosto 1944, Milano, Anpi - Provincia di Milano, 2007

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Moglie, al figlio e ai fratelli,
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: copia fotografica



Collocazione bibliografica:
Un abbraccio dal vostro Libero, pubblicato in Il Triangolo rosso, mensile a cura dell'Associazione nazionale ex deportati politici, a. 19, n. 2 (ottobre 1999), pp. 36-37

Note al documento:
La lettera è priva di data ma è stata probabilmente composta da Libero Temolo poco prima della fucilazione. Il biglietto gli fu trovato addosso dopo l'esecuzione. Non si conosce con esattezza l'attuale collocazione del documento originale; l'Associazione Nazionale Ex-Deportati (A.N.E.D.) ne dovrebbe conservare una copia fotografica. Un'immagine del documento è pubblicata anche all'interno del volume "Dalla Resistenza: uomini, eventi, idee della lotta di liberazione in provincia di Milano", a cura di Gianfranco Bianchi (Milano, Amministrazione provinciale di Milano, stampa 1969).

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