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Romolo Iacopini



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 45. Nato il 9 febbraio 1898 a Roma. Di professione operaio specializzato in apparecchi di precisione. Ferito in battaglia durante la prima guerra mondiale, al suo ritorno trova lavoro presso la Scalera Film di Cinecittà. Dopo l’armistizio e la conseguente occupazione tedesca di Roma, entra a far parte del movimento di Bandiera Rossa (altrimenti detto Movimento comunista d’Italia), divenendo il capo della V zona, quella del quartiere Trionfale. Entrato a far parte del C.L.N. (Comitato di liberazione nazionale) locale, collabora attivamente con i rappresentanti delle altre forze politiche ed organizza, al comando di alcune centinaia di partigiani, numerose e svariate azioni, che vanno dall’assistenza ai prigionieri alleati alla diffusione di stampa clandestina, dalle incursioni nei depositi di armi alle azioni di sabotaggio contro le forze tedesche. Tradito da una delazione di un infiltrato, è arrestato dalle SS il 6 dicembre 1943, in seguito alla distribuzione di volantini sovversivi nei cinema romani. Imprigionato in Via Tasso, è interrogato e torturato più volte, prima del trasferimento alle carceri di Regina Coeli. Il 28 gennaio 1944 il Tribunale militare tedesco si riunisce all’albergo Flora per processarlo assieme a molti altri esponenti di spicco di Bandiera Rossa. Due giorni dopo arriva la sentenza: su sedici imputati, cinque sono condannati alla detenzione in campo di concentramento ed undici alla pena capitale. Il 2 febbraio 1944 Romolo Iacopini, Ettore Arena, Benvenuto Baviali, Branko Bichler, Ottavio Cirulli, Ezio Malatesta, Carlo Merli, Augusto Parodi, Gino Rossi (Bixio), Guerrino Sbardella e Filiberto Zolito vengono prelevati dalla cella e condotti a Forte Bravetta. Qui vengono posti dinanzi ad un plotone d’esecuzione composto da militi della PAI (Polizia Africa Italiana) che però, al momento dell’esecuzione, sparano per lo più a terra o alle gambe, mancando volutamente i bersagli. E’ quindi l’ufficiale medico tedesco a dover giustiziare i sopravvissuti alla raffica, con un colpo di pistola alla nuca.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 45 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 9/2/1898
Luogo di nascita Roma

Data di morte: 2/2/1944
Luogo di morte: Forte Bravetta . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Categoria professionaleOperai
Professione Operaio Specializzato in apparecchi di precisione, assunto alla Scalera Film di Cinecittà

Appartenenza politicaComunista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: settembre 1943 - 2/2/1944
Tipo di reparto: Comando
Nome del reparto: Comando della 5ª zona del movimento Bandiera Rossa di Roma
Grado conseguito: Capo-settore della quinta zona
Tipo di reparto: Comitato
Nome del reparto: Comitato di liberazione nazionale (Cln) dei quartieri Trionfale, Monte Mario e di Valle dell'Inferno
Grado conseguito: Rappresentante del movimento Bandiera Rossa
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale militare di guerra tedesco di Roma - Sentenza emessa in data 30/1/1944.
Esecuzione:Nazifascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Tradito da una delazione, è catturato dalle SS il 6 dicembre 1943, durante la distribuzione di alcuni volantini nei pressi del Cinema Principe. Imprigionato in Via Tasso, è interrogato e torturato più volte, prima del trasferimento alle carceri di Regina Coeli. Il 28 gennaio 1944 il Tribunale militare tedesco lo condanna a morte. La sentenza è eseguita il 2 febbraio a Forte Bravetta.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il giorno 2 febbraio 1944 i partigiani di Bandiera Rossa Ettore Arena, Benvenuto Baviali, Branko Bichler, Ottavio Cirulli, Romolo Iacopini, Enzio Malatesta, Carlo Merli, Augusto Parodi, Gino Rossi (Bixio), Guerrino Sbardella e Filiberto Zolito vengono portati fuori dal carcere e condotti a Forte Bravetta. Qui vengono posti dinanzi ad un plotone d’esecuzione composto da militi della PAI (Polizia Africa Italiana) che però, al momento dell’esecuzione, spara per lo più a terra, mancando volutamente i bersagli. Sarà un ufficiale tedesco a giustiziare i sopravvissuti alla raffica con un colpo alla nuca.
Collegamenti:Strage di Forte Bravetta , comune di Roma . 2/2/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Ottavio Cirulli | Guerrino Sbardella |

BIBLIOGRAFIA

  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 101-104
  • Silverio Corvisieri Bandiera Rossa nella Resistenza romana, Roma, Samonà e Savelli, 1968, pp. 57, 86, 89, 90, 91. 95, 97, 97n, 99, (citato come Jacopini)
  • Eugenia Latini (a cura di) I martiri di Forte Bravetta / Prefazione di Giovanni Gigliozzi, Roma, A.N.F.I.M., 2006, pp. 17, 40
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 154-156

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a Madre,
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina



Collocazione bibliografica:
Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 154-156


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