di Redazione | 14 Maggio 2014 | Notizie, Nuovi documenti |
Come preannunciato dell’articolo del 10 aprile scorso, in occasione dell’uscita in libreria del volume su Andrea Lorenzetti, il figlio Guido ha fornito alla Redazione l’ultimo messaggio scritto da suo padre, il 15 maggio 1945 da Gusen (sottocampo del lager di Mauthausen).
Il documento è ora on line unitamente alla scheda bio-anagrafica di Andrea Lorenzetti.
Brevi cenni biografici (reperibili anche nella scheda inserita nella banca dati):
Andrea Lorenzetti entra in contatto con il movimento socialista nell’autunno del 1942, prendendo parte alle riunioni per rifondare il PSI. All’inizio del 1944 entra nella segreteria del partito per l’Alta Italia ed è nominato responsabile della redazione e della diffusione clandestina de “L’Avanti!”. Nel marzo dello stesso anno è tra gli organizzatori degli scioperi che paralizzano la produzione industriale delle fabbriche milanesi per un’intera settimana. Pochi giorni dopo la fine dell’agitazione, il 10 marzo 1944, Lorenzetti viene arrestato e tradotto nel carcere di San Vittore, dove resta in isolamento fino al 27 aprile 1944. Deportato al campo di concentramento di Fossoli, il 21 luglio è trasferito al lager di Bolzano. Ai primi di agosto (presumibilmente il 5, con il trasporto n. 73) è inviato al lager di Mauthausen. Smistato al sottocampo di Gusen III, vi rimane fino alla liberazione, che avviene il 5 maggio 1945. Provato fisicamente dalle difficili condizioni di prigionia, viene ricoverato in ospedale. Qui si spegne dieci giorni dopo, il 15 maggio 1945.
di Redazione | 6 Maggio 2014 | Notizie, Pubblicazioni |
Nel nome del figlio
La famiglia Puecher nella Resistenza
Giuseppe Deiana
Prefazione di Virginio Rognoni
Pagine: 512 + inserto: 1/16
Collana: Testimonianze fra cronaca e storia – 1939-1945: Seconda guerra mondiale
Con inserto fotografico
Dal sito dell’editore:
«L’amavo troppo la mia patria, non la tradite, e voi tutti giovani d’Italia seguite la mia via e avrete il compenso della vostra lotta ardua nel ricostruire una nuova unità nazionale.» Giancarlo Puecher, partigiano fucilato a Erba il 21 dicembre 1943
«La storia dirà che questo nostro tempo fu uno dei più tristi e tribolati che l’umanità abbia vissuto: perché essa è stata investita da un’ondata di pazzia frenetica. Quando la guerra sarà finita nessuno l’avrà voluta e pochi avranno interesse a ricordarla.» Giorgio Puecher, deportato e morto a Mauthausen il 7 aprile 1945
Tra il dicembre del 1943 e l’aprile del 1945 si consuma la tragica storia dei Puecher, una famiglia della borghesia milanese distrutta dalla guerra, tra Resistenza e deportazione: il giovane Giancarlo, ventenne, cattolico, idealista, partigiano subito dopo l’8 settembre, fucilato dai fascisti alla fine del ’43; e il padre Giorgio, notaio, arrestato, deportato e morto di stenti a Mauthausen in nome della passione civile per cui era stato ucciso suo figlio.
La drammatica fine di questi due eroi dimenticati della Seconda guerra mondiale viene raccontata in un lavoro meticoloso di ricerca di documenti e testimonianze, che la ricolloca in un quadro storico più ampio, dove Resistenza e deportazione sono strettamente connesse in un’unica lotta per la libertà e la democrazia. Vengono così analizzati i confini storico-geografici di Resistenza e deportazione in Italia, la nascita delle formazioni partigiane intestate a Giancarlo attive nel Comasco fino alla Liberazione, le operazioni di riabilitazione e commemorazione dell’«eroe borghese» nel dopoguerra.
Una ricostruzione storica che ha come fine la ricerca nell’Italia di oggi di quei valori per cui Giancarlo e Giorgio Puecher hanno sacrificato la loro vita, per trasmetterne la memoria alle nuove generazioni senza revisionismi e senza retorica.
L’autore
Giuseppe Deiana è stato docente di storia e filosofia nei licei ed è presidente delle associazioni Centro Comunitario Puecher di Milano. È autore di numerosi libri, tra i quali: Io penso che la storia ti piace (Unicopli, 1999), Educare alla cittadinanza democratica (con A. Cavalli, Carocci, 1999), Insegnare l’etica pubblica (Erickson, 2003), Bioetica e educazione (Ibis, 2005), Le sfide della bioetica globale (Aìsara, 2008), L’etica dell’insegnante (Aìsara, 2008), Istruisce ma non educa. Educazione morale e pedagogia civile per la formazione di cittadini competenti, attivi e responsabili (Pellegrini, 2011), Questa storia mi ha cambiato la vita. La memoria della Resistenza e le giovani generazioni (Unicopli, 2013).
di Redazione | 5 Maggio 2014 | 70 anni fa, Ricorrenze |
5 maggio 1944: strage presso le Mura cittadine di Arcevia, comune di Arcevia (Ancona).
All’alba del 4 maggio 1944 Eraclio Cappannini, Giuseppe Latieri, Giuseppe Milletti, Marino Patrignani e Dealdo Scipioni vengono catturati dai tedeschi. Trasferiti ad Arcevia, sono giustiziati mediante fucilazione il giorno dopo (5 maggio), sotto le mura della cittadina.
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Condannati appartenenti a questo gruppo:
di Redazione | 4 Maggio 2014 | 70 anni fa, Ricorrenze |
4 maggio 1944: strage di Strada provinciale n. 28, comune di Bardi (Parma).
Già trattenuti come ostaggi, il 4 maggio 1944, Giordano Cavestro, Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Ersasmo Venusti vennero fucilati nei pressi di Bardi da un plotone fascista come atto di rappresaglia per l’uccisione di tre militi della GNR e del giovane figlio di uno di loro.
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Condannati appartenenti a questo gruppo:
di Redazione | 3 Maggio 2014 | 70 anni fa, Ricorrenze |
3 maggio 1944: eccidio del poligono di tiro del piazzale delle Cascine, comune di Firenze (Firenze).
Il 3 maggio 1944 all’alba, in esecuzione della sentenza di morte emessa dal Tribunale militare straordinario di guerra di Firenze, furono fucilati da un plotone della GNR, al poligono di tiro del piazzale delle Cascine a Firenze, quattro giovani partigiani: Raffaele Andreoni, Adriano Gozzoli, Rino Laghi e un ignoto. La notizia della fucilazione non venne resa pubblica.
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Condannati appartenenti a questo gruppo: