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Guglielmo Jervis (Willy)



PRESENTAZIONE

La foto, conservata in copia digitale presso l’archivio Insmli, ritrae Guglielmo Jervis accanto alla sua automobile. Di anni 42 anni. Nato il 31 dicembre 1901 a Napoli. Residente ad Ivrea. Sposato e padre di tre figli. Di professione ingegnere presso la S.A. Olivetti & C. di Ivrea (TO). Dopo gli studi a Torino e Firenze, frequenta prima il Politecnico di Torino, quindi quello di Milano, dove si laurea in Ingegneria industriale meccanica il 26 ottobre 1925. Circa due settimane dopo, il 14 novembre, ottiene l’abilitazione per esercitare la professione superando l’esame di Stato. Chiamato a prestare il servizio di leva, è arruolato come allievo ufficiale di artiglieria alla scuola di Milano, quindi è trasferito, con il grado di Sergente, al 12º Reggimento di Vigevano, dove viene promosso Sottotenente. Assunto presso la ditta "Frigidaire" di Milano, nel 1930 è richiamato dall’esercito per alcune esercitazioni militari, che gli conferiscono il grado di Tenente. Rappresentante dei Gruppi giovanili valdesi, collabora col pastore Giovanni Miegge al periodico "Gioventù Cristiana", di cui diventa uno dei responsabili amministrativi dopo che, nel settembre del 1931, la rivista si fonde con "Gioventù Valdese". Nel maggio del 1932 si sposa con Lucilla Rochat. Costretto ad iscriversi al Partito nazionale fascista nel 1933, l’anno successivo è scelto dalla Olivetti per dirigere la filiale di Bologna. Nel 1935 Adriano Olivetti lo chiama alla sede di Ivrea e gli affida il compito di pianificare e coordinare la formazione professionale degli operai meccanici. Con la collaborazione di scuole ed istituti esterni all’azienda, Jervis predispone dei veri e propri corsi di apprendimento che ottengono ben presto il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione. Attivissimo nella vita della fabbrica, che raccoglie e dà lavoro ad un gran numero di perseguitati politici e razziali, dopo l’8 settembre è tra i primi ad organizzare la Resistenza armata nella zona di Ivrea, occupandosi del recupero di armi e, soprattutto, del salvataggio di ebrei e sbandati che egli, abile alpinista, accompagna in Svizzera attraverso i valichi montani. Durante questi viaggi in terra elvetica entra in contatto con le forze armate inglesi e l’OSS (Office of Strategic Service) gli affida importanti missioni di collegamento con i partigiani italiani. Divenuto membro del primo Comitato militare del Partito d’Azione piemontese, nel novembre del 1943 è costretto a rifugiarsi in Val Pellice (TO) perché ricercato di nazifascisti. Qui, oltre ad organizzare il primo lancio d’armi per i partigiani effettuato dagli Alleati nelle Alpi occidentali, Jervis si occupa di mantenere i collegamenti tra le bande ed il comando centrale. Nominato Commissario politico regionale delle formazioni "Giustizia e Libertà", l’11 marzo 1944 si mette in viaggio verso Torino a bordo della sua motocicletta, con un carico di materiali di sabotaggio ed alcuni documenti compromettenti. Sorpreso dai nazisti al ponte di Bibiano (TO), al confine tra la Val Pellice e la Val Germanasca, viene immediatamente arrestato e tradotto alle Carceri Nuove di Torino, dov’è sottoposto a ripetuti interrogatori e torture finché, nella notte tra il 4 e il 5 agosto, viene condotto a Villar Pellice (TO) e fucilato assieme ad altri 4 partigiani. Dopo l’esecuzione, il suo cadavere viene impiccato e lasciato appeso per un giorno ad un albero nella piazza principale del paese, come monito alla popolazione. A Guglielmo Jervis, detto Willy, è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: "Benché esonerato dal richiamo perché tecnico di un importante stabilimento industriale, non esitava ad abbandonare volontariamente il lavoro e la famiglia per dedicarsi tutto alla lotta di liberazione. Organizzatore ed animatore dei primi nuclei partigiani in Val d’Aosta, per la sua opera illuminata ed infaticabile e per la felice riuscita di alcune importanti missioni militari che gli erano state affidate, era ben presto chiamato a far parte del Comando Militare del Piemonte, nell’ambito del quale aveva modo di far rifulgere eccezionali doti di coraggio e di intelligenza. Arrestato dalle SS. tedesche e trovato in possesso di materiale di sabotaggio e di documenti militari, per giorni e giorni veniva sottoposto ad atroci, inaudite torture alle quali rispondeva, senza cedere un istante, ma anzi rincuorando dal carcere i compagni, col più stoico silenzio. Destinato al plotone di esecuzione dai tedeschi che ne dovevano, a titolo di ludibrio e di rappresaglia, impiccarne più tardi la salma sulla piazza di Villar Pellice, affrontava la morte liberatrice con la serenità degli eroi. Le sue ultime parole, trovate incise con uno spillo nella sua Bibbia tascabile, erano state:« Non piangetemi, non chiamatemi povero; muoio per aver servito la mia Idea ». Villar Pellice, 5 agosto 1944." La data del decreto è in corso di verifica.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 42 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 31/12/1901
Luogo di nascita Napoli
Residenza Ivrea

Data di morte: 5/8/1944
Luogo di morte: Piazza principale di Villar Pellice
Comune di morte: Villar Pellice
Provincia di morte: Torino
Regione di morte:Piemonte

Categoria professionaleCulto, professioni e arti liberali
Professione Ingegnere Ingegnere alla S.A. Olivetti & C. di Ivrea.

Appartenenza politicaAzionista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Willy
Tipologia del condannato:Partigiano
Tipo di reparto: Comitato
Nome del reparto: Comitato militare del PdA piemontese
Grado conseguito: Commissario politico delle formazioni GL del Piemonte
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Disponibile per rappresaglie:
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Arrestato in marzo dai tedeschi nella zona della Val Germanasca, Guglielmo Jervis viene trasportato alle Carceri Nuove di Torino dov'è sottoposto ad interrogatori e torture sia fisiche che psicologiche. Nella notte del 5 agosto viene condotto con altri 4 prigionieri a Villar Pellice e fucilato nella piazza principale del paese. Il suo cadavere sarà poi impiccato e lasciato appeso ad un albero .
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Nella notte del 5 agosto 1944 Guglielmo (Willy) Jervis, Angelo Primela Miero ed altri 3 partigiani tuttora ignoti vengono trasportati dai tedeschi nella piazza di Villar Pellice (in provincia di Torino) e fucilati.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro
Collegamenti:Strage di Piazza principale di Villar Pellice, comune di Villar Pellice (Torino). 5/8/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere:

BIBLIOGRAFIA

  • Guglielmo Jervis: martire della liberta tra impegno civile, antifascismo e resistenza : atti del convegno commemorativo : Ivrea, Centro congressi La serra, 27 ottobre 1994, [Ivrea], [1994?]
  • Seicento giorni nella Resistenza, Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, 1983, p. 36
  • Jervis, Guglielmo in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. III, Milano, La Pietra, 1968, p. 181
  • Mario Avagliano (a cura di) Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2006, pp. 265, 417
  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II pp. 159, 291, 292, 357
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 160-161
  • Donatella Gay Rochat La Resistenza nelle valli valdesi, Torino, Claudiana, 1985, pp. 140-154
  • Willy Jervis - Lucilla Jervis Rochat - Giorgio Agosti (a cura di) Un filo tenace. Lettere e memoria 1944-1969 / a cura di Luciano Boccalatte, Firenze, La Nuova Italia editrice, 1988
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, p. 157
  • Salvatore Mastrogiovanni Un protestante nella Resistenza: Jacopo Lombardini, Torino, Claudiana, 1985, pp. 82-84
  • Stefano Morosini Willy Jervis in "Studi e ricerche di storia contemporanea" fasc. 64, istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione, 2005, pp. 99-103
  • Antonino Repaci - Carlenrico Navone Dio e popolo: antologia del Risorgimento e della Resistenza, Torino, Bottega d'Erasmo, 1961, pp. 538-539
  • Lorenzo Tibaldo Quando suonò la campana. Willy Jervis (1901-1944), Torino, Claudiana, 2005
  • COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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    Lettera a Tutti,
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina

    La lettera è conservata presso:
    Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

    Collocazione archivistica:
    Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 6 fasc. 12

    Note al documento:
    Sotto al breve testo del messaggio lasciato da Guglielmo Jervis, c'è una didascalia opera del trascrittore: "parole scritte con la punta di uno spillo, sulla co-/pertina di una Bibbia ritrovata nei pressi del luogo ove/fu fucilato".

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    Lettera a Moglie e ai figli, scritta in data 05-08-1944
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: copia a mano

    La lettera è conservata presso:
    Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea - Torino

    Indirizzo web:
    http://www.istoreto.it/

    Collocazione archivistica:
    Fondo Willy Jervis

    Note al documento:
    Il documento contiene le trascrizioni di due degli ultimi messaggi di Willy Jervis alla famiglia, scritti con la punta di uno spillo all'interno della bibbia che gli apparteneva, ritrovata sul luogo della sua esecuzione. Come viene spiegato anche nella stessa trascrizione, i due messaggi si trovano in punti differenti del libro: il primo è all'inizio; il secondo, invece, in fondo. Una parte di questa trascrizione è pubblicata anche alle pagine 83-84 del volume "Un protestante nella Resistenza" (Torino, Claudiana, 1985).

    INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI