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Luigi Manetti



PRESENTAZIONE

L’immagine riproduce un primo piano di Luigi Manetti. Di anni 46, manovale, coniugato con un figlio. Nato a Impruneta (Firenze). Dopo l’8 settembre 1943 e la costituzione della RSI, Gino fu arrestato e trattenuto in carcere insieme ad un centinaio di detenuti politici come misura precauzionale poiché di ideali anarchici. Quando il 1º dicembre 1943 fu eseguito il primo attentato gappista a Firenze, Gino si trovava ancora in carcere insieme ad altri quattro detenuti politici, anch’essi anarchici e comunisti partiti volontari per sostenere le forze antifranchiste spagnole e reduci dai campi di concentramento francesi. Siccome il bersaglio del colpo era stato il tenente colonnello Gino Gobbi, fautore della riapertura del distretto militare e del meticoloso avvio del richiamo dei giovani di leva, la reazione degli ambienti fascisti fu immediata e violenta. Decisi ad attuare una rappresaglia tramite l’uccisione di dieci antifascisti, selezionarono i soli cinque presenti in carcere e chiesero al Comando germanico la consegna di cinque ufficiali del Regio Esercito arrestati alcuni giorni prima. Di fronte al rifiuto tedesco, i fascisti decisero di fucilare comunque i cinque antifascisti in loro mano. L’esecuzione fu rimandata al giorno successivo poiché occorreva formare un plotone di esecuzione che a Firenze ancora non esisteva. Il generale Adami Rossi, comandante generale della regione, ordinò la costituzione di un plotone composto da dieci militi fascisti, dieci carabinieri e dieci agenti di PS. Il questore Manna ordinò al vice questore di scrivere la sentenza di morte che avrebbe poi dovuto leggere al momento della fucilazione, ma costui si rifiutò. All’alba del 2 dicembre Gino Manetti, Luigi Francesco Pugi, Armando Gualtieri, Orlando Storai e Oreste Ristori furono condotti, ammanettati, al poligono delle Cascine, mentre al zona circostante era isolata da squadre di fascisti armati. I condannati furono fatti sedere su alcune sedie con la schiena rivolta al plotone d’esecuzione in segno di tradimento alla Patria. Prima di essere uccisi iniziarono a cantare "L’internazionale". A fucilazione avvenuta, due delle vittime erano ancora vive. Il colpo di grazia fu loro impartito dal comandante del plotone.

Autore della presentazione: Enrica Cavina

DATI ANAGRAFICI

Età 45 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 10/7/1898
Luogo di nascita Impruneta
Provincia di nascita Firenze

Data di morte: 2/12/1943
Luogo di morte: Piazzale delle Cascine
Comune di morte: Firenze
Regione di morte:Toscana

Categoria professionaleOperai
Professione Manovale

Appartenenza politicaAnarchico

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Condizione al momento della morte: Civile
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Esecuzione:Fascista
Tipo di esecuzione: Fascista
Disponibile per rappresaglie:
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: In quanto anarchico di vecchia data, a metà settembre 1943, Luigi Manetti fu arrestato, insieme ad un centinaio di antifascisti, dall'Ufficio politico della Questura di Firenze in via cautelare. Tuttavia, a differenza dei suoi compagni di prigionia che nelle settimane successive furono in gran parte rilasciati, Manetti fu trattenuto in carcere quale "anarchico pericoloso" fino al giorno in cui fu selezionato per l'attuazione di una rappresaglia fascista.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 2 dicembre 1943, per rappresaglia contro l’uccisione avvenuta il giorno prima, del tenente colonnello Gino Gobbi, comandante del Distretto militare dell’arruolamento di Firenze, furono fucilati, presso il giardino del piazzale delle Cascine, cinque ostaggi anarchici: Luigi Manetti, Armando Gualtieri, Luigi Francesco Pugi, Oreste Ristori e Orlando Storai. Le vittime, prima di morire, intonarono "L’Internazionale".
Collegamenti:Strage di piazzale delle Cascine, comune di Firenze (Firenze). 2/12/1943
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere:

BIBLIOGRAFIA

  • Gino Manetti in "L'impulso notiziario dei gruppi anarchici d'azione proletaria a cura del Comitato interregionale tosco-laziale di Livorno", Livorno, Comitato interregionale tosco-laziale, aprile 1955
  • Orazio Barbieri Ponti sull’Arno, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 71 e segg.
  • Orazio Barbieri Un anno di lotta contro il fascismo e il nazismo. Dall’8 settembre 1943 alla liberazione di Firenze, Roma, Egiti, 1945, p. 41.
  • Orazio Barbieri La fede e la ragione. Ricordi e riflessioni di un comunista, Milano, La Pietra, 1982, pp. 60-61.
  • Carlo Francovich La Resistenza a Firenze, Firenze, La Nuova Italia, 1975, pp. 101-103
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 164-165
  • Giovanni Frulli La liberazione di Firenze, Milano, Edizioni Sperling & Kupfer, 1982, p. 52
  • Ugo Jona Le rappresaglie nazifasciste sulle popolazioni toscane. Diario di diciassette mesi di sofferenze e di eroismi, Firenze, AMFIN, 1992, pp. 9-10

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Moglie, scritta in data 02-12-1943
Località di stesura: Carcere delle Murate a Firenze
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina

La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

Collocazione archivistica:
Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 9 fasc. 23.

Collocazione bibliografica:
Mimmo Franzinelli ( a cura di), Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, p. 165.


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