Lettera di Umberto Ricci (Napoleone) ai Genitori e amici scritta in data 23-08-1944 da Carcere di Ravenna

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Testo:

[Fronte]

Carceri di Ravenna Mattino 23 – 8 – 44

Ai miei genitori _e amici_
Quando questa vi sarà recapitata (se lo sarà) io sarò
for già passato fra i molti _
Ora io so, cara mamma che avrai provato molto
dolore, tu mi amavi moltissimo anche perché
ero il tuo demonio, il figlio che ti faceva
arrabbiare ma che ti dava pure tante soddisfazio-
ni _ Vedi mamma; io non ho, nulla da rimpro-
verarmi, io ho seguito la mia strada, per una
idea che detto senza mascheramenti val
la pena di viverla, di combatterla, di
morirne. Nell’Idea, muoio _
Ora ciò che più mi sorprende è la mia calma. Non avrei
mai creduto che di fronte alla morte certa riuscissi ha
ragionare ancora così; deve certamente essere il mio
forte ideale che mi sorregge. È dalla sera del 17 o 18
che m sono nelle sue mani. Se dovessi raccontare specifi
camente tutte le forme di torture che usatomi,
durerei 6 mesi a scrivere _ L’altro ieri in ultima
analisi mi hanno iniettato 4 punture che mi hanno
reso nella semi - incoscienza _ Queste punture non
ánno fatto altro che diminuirmi la vista, di cui
ancora ne risento _ Un’altra cosa che mi sorprende è
la mia forte costituzione fisica, nonostante alla grave
malattia in corso; ha resistito eroicamente. Ora mi
tengono qui perché si rimargino e si sgonfino tutte
le ferite che hò per il corpo! _ Indi mi presen
teranno alla presenza del pubblico appeso ad un
pezzo di corda _ "Io ho l’onore di rinnovare qui
ha Ravenna l’impiccagione". Per ora non ho
nessuna paura della morte; quando penso che sono
già morti Gigi, Arrigo, gli amici intimi senza
contare tutti quelli che come me son morti per un’idea
politica; la morte non la temo! Vorrei tanto una

[Retro]

cosa: Vorrei che il corpo fosse restituito ai miei parenti
e che fosse tumulato vicino a quello di Arrigo e che
anche Gigi fosse tumulato vicino a noi _
Saremmo di certo un bel trio _ O 14 dello stesso _
Ho una febbre da cane _ faccio sforzi immensi per
ragionare e scrivere _ È venuto più volte il
cappellano _ Mi ha detto se mi volessi confessare,
ho risposto di no; comunque ho accettata la
conversazione da uomo a uomo _ Mi sembra
un buon uomo _ Ho riletto gli appunti di ieri
ora continuo_ . Vorrei pure che nel marmo
del mio tombino siano incise queste parole
- "Qui soltanto il corpo _ non l’anima
ma l’idea _ vive" - dopo di ciò i miei
amici e parenti aggiungeranno ciò che vogliono
Ripenso ancora alla forza del mio corpo
e per simpatia penso alle ragazze che lo
rifiutarono perché malaticcio! Rivedo
te, carissima Elsa che tanto mi ai
amato se pur ingenuamente e puramente
con disinteresse che mai altra donna
arrivò a tanto _ E tu _ tu più di tutti, f
di mamma, ora penso. Penso al tremendo
dolore che ti do _ Sopportarlo; pensa che tuo
figlio era un titano, che non ha mai
pianto, che tutto ha sopportato _ Sopporta pure
te con coraggio, e se puoi ama la mia
idea perché in essa ritroverai me _
Ora penso soltanto ad una cosa ed è
che uccidendo me essi non fermano
il corso della storia; essa marcia precisa
ed inesorabile _ Io me ne muoio
calmo e tranquillo: _ Ma essi che si
arrogano il diritto saranno tranquilli?

L’immagine riproduce la prima pagina della lettera scritta a mano da Umberto Ricci in carcere il 23 agosto 1944. Il documento è scritto in 2 pagine fronte-retro a matita su carta a quadretti.
L’immagine riproduce la prima pagina della lettera scritta a mano da Umberto Ricci in carcere il 23 agosto 1944.
Il documento è scritto in 2 pagine fronte-retro a matita su carta a quadretti.
L’immagine riproduce la seconda pagina della lettera scritta a mano da Umberto Ricci in carcere il 23 agosto 1944. Il documento è scritto in 2 pagine fronte-retro a matita su carta a quadretti.
L’immagine riproduce la seconda pagina della lettera scritta a mano da Umberto Ricci in carcere il 23 agosto 1944. 
Il documento è scritto in 2 pagine fronte-retro a matita su carta a quadretti.

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