- L'archivio contiene 1 lettera di Giovanni Venturini
PRESENTAZIONE
Di anni 29. Nato il 20 marzo 1916 a Corteno Golgi (in provincia di Brescia) ed ivi residente Di professione falegname, frequenta i corsi di apprendista intagliatore all’Istituto salesiano di Genova. Chiamato alle armi nel 1937, nel 1939-40 viene mobilitato con l’artiglieria alpina della Divisione Tridentina dapprima sul fronte italo-francese, quindi su quello greco-albanese. Trasferito in Russia, vi ritorna all’inizio del 1943 con un congelamento di 2º grado ai piedi e una grave ferita alla coscia. Costretto al ricovero all’ospedale militare di Imola (BO), dopo l’armistizio ritorna a Corteno ed entra a far parte del movimento di liberazione, organizzando le prime formazioni Fiamme Verdi del suo paese e dell’alta Valcamonica. Attivissimo nell’occuparsi di rifornimenti e collegamenti, partecipa alla prima battaglia del Mortirolo in qualità di responsabile dei servizi logistici. Nel pomeriggio del 26 febbraio 1945 tuttavia, è sorpreso da elementi della Legione "Tagliamento" in azione di rastrellamento. Trovato in possesso di documenti compromettenti, viene immediatamente arrestato ed imprigionato nella Colonia alpina di Corteno, dove è costretto a subire innumerevoli interrogatori e torture, che gli causano diverse menomazioni fisiche. Trasferito nelle carceri di Edolo il 10 marzo, vi rimane per circa un mese, all’11 aprile, quando viene condotto al cimitero della frazione di Mu e fucilato, alle ore 8 del mattino, da un plotone d’esecuzione fascista. Assieme a lui vengono giustiziati anche i detenuti Gregorio Canti, Vittorio Negri e Giovanni Scilini, tutti partigiani delle Fiamme Verdi. L’11 luglio 1972, alla memoria di Giovanni Venturini è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: "Già graduato di artiglieria alpina, pur menomato nel fisico per postumi di ferita con congelamento riportato sul fronte russo, era tra i primi organizzatori ed animatori del fronte clandestino in Val Camonica, ove per diciassette mesi fu guida ideale della Resistenza. Arrestato e sottoposto ad atroci inenarrabili tormenti, sublime esempio di dedizione alla causa e di incrollabile forza morale, sacrificava la vita per nulla rivelare dell’attività partigiana e delle sistemazioni difensive delle Fiamme Verdi operanti nella Resistenza sul Mortirolo. Assumendo su di sé l’ intera responsabilità dell’organizzazione clandestina locale, innanzi al plotone di esecuzione, orrendamente mutilato, si imponeva all’ammirazione degli astanti, rivolgendo ai suoi uccisori parole di perdono ed ai partigiani con lui morituri parole di fede nella vittoria. Cadeva inneggiando all’Italia ed alla Fede. Corteno - Alta Val Camonica - Mu di Edolo, settembre 1943 - 11 aprile 1945."