- L'archivio contiene 1 lettera di Sabato Martelli Castaldi
PRESENTAZIONE
Di anni 47. Nato il 19 agosto 1896 a Cava de’ Tirreni (Salerno). Sposato e padre di tre figli. Partecipa alla prima guerra mondiale dapprima come sottotenente in servizio permanente effettivo sul fronte dell’Isonzo (nel 1916), quindi come pilota dell’aviazione (1917-18). Protagonista di oltre un centinaio di scontri aerei, viene decorato con una medaglia d’argento e due di bronzo al valor militare. Nel 1926 sostiene con successo gli esami per diventare Maggiore; due anni dopo, nel maggio del 1928, è promosso tenente colonnello. Consulente personale del Sottocapo di Stato Maggiore della Regia Aviazione fino al dicembre del 1929, nel gennaio del 1930 entra a far parte della segreteria tecnica, sotto il diretto comando del generale Valle. Divenuto a sua volta generale, nel 1932 è nominato Capo Gabinetto del ministro dell’Aeronautica Italo Balbo. Nel 1934 tuttavia, a causa di un memoriale presentato a Mussolini in cui denuncia le pessime condizioni in cui versa l’aviazione italiana, è allontanato da ogni incarico di prestigio, posto in congedo e privato dello stipendio. Costretto ad emigrare in Africa orientale nel 1937, nel 1939 ritorna in patria e trova impiego come direttore del polverificio Stacchini di Roma. Dopo l’armistizio prende parte ai combattimenti di Porta San Paolo, nel tentativo di bloccare l’avanzata delle truppe germaniche verso la capitale, che tuttavia viene occupata nel giro di pochi giorni. Costretto a mettere la polveriera al servizio dell’esercito tedesco, verso la metà di settembre Martelli Castaldi prende segretamente contatto con il Fronte militare clandestino di Montezemolo e, con l’aiuto dell’amico e pari grado Roberto Lordi, inizia a rifornire le formazioni partigiane di Lazio e Umbria con armi, viveri e generi di conforto, che egli porta destinazione in prima persona. Consegnatosi spontaneamente alle SS romane tra il 16 e il 17 gennaio 1944, per permettere il rilascio del proprietario della stessa Polveriera, il generale è imprigionato nelle carceri cittadine di Via Tasso, dove subisce oltre due mesi di interrogatori e torture. Il 24 marzo 1944, dopo l’attentato in via Rasella in cui perdono la vita 33 soldati tedeschi, è selezionato con altri 334 detenuti per essere fucilato nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine.
Alla sua memoria è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: "Dedicatosi senza alcuna ambizione personale e per purissimo amor di Patria all’attività partigiana, vi pro fondeva, durante quattro mesi di infaticabile e rischiosissima opera, tutte le sue eccezionali doti di coraggio, di intelligenza e di capacità organizzativa, alimentando di uomini e di rifornimenti le bande armate, sottraendo armi ed esplosivi destinati ai tedeschi, fornendo utili informazioni al Comando alleato, sempre con gravissimo rischio personale. Arrestato e lungamente torturato, nulla rivelava circa i propri collaboratori e la propria attività, affrontando serenamente la morte. Esempio nobilissimo di completa e disinteressata dedizione alla causa della libertà del proprio Paese. Roma, 23 ottobre 1943 -Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944."