
- Didascalia: L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Nicolò Marino alla moglie Gianna, prima della cattura e della morte per fucilazione.Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
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Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 9 fasc. 23 - Testo dell'immagine:
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Gianna carissima,
finalmente dopo tanto tempo dalla mia partenza da
Torino per Piani Auti, oggi ho la possibilità di farti ave-
re mie nuove causa che scrivere è molto pericoloso per te
e per me, ma oggi essendovi la combinazione che il latore
è un mio compagno e che si reca a Torino per 48 ore di per-
messo, approfitto della sua gentilezza facendoti avere mie
notizie.
Io grazie a Dio fino ad oggi sto benone in salu-
te e nulla mi è successo nel primo attacco avuto a Piani
Auti con i Tedeschi i quali, sono venuti a trovarci per
tramite spie, con 13 camionette piene dei loro e armati fi-
no ai denti, se ne sono però ritornati quelli che poterono
ritornarsene vivi, come tanti cani bastonati senza più far-
si vedere. Di noi tutti, nessun ferito e nessun morto, so-
lo abbiamo subito il danno, che con i lanciafiamme ci han-
no potuto bruciare tre magazzini di viveri e generi di ve-
stiario, compreso tanta roba nostra privata, come per esem-
pio: io ebbe bruciato il mio zaino pieno di/biancheria e
vestito privato dato che io come Sergente Maggiore, sono
addetto al magazzeno ed ho il magazzeno viveri in consegna
e quindi, il mio zaino lo tenevo nel magazzeno stesso, e
il giorno dell’attacco non ho creduto opportuno di caricar-
mi dello zaino se dovevo salire in montagna e difendermi.
Ma di tutto questo non mi importa perché a suo tempo ci
sarà che ci penserà, e d’altra parte, meglio bruciare la
biancheria che la mia pelle. Ora, per evitare quanto è ac-
caduto questa volta, nell’eventualità che questi cani di
tedeschi dovessero nuovamente tornare con più numerose for-
ze, abbiamo cambiato zona e non più ci troviamo a Piani