
- Didascalia: L’immagine riproduce la trascrizione a macchina dell’ultima lettera di giovanni Mecca Ferroglia alla madre. Nel documento vi sono alcuni segni o correzioni tracciati a mano, in penna nera o matita. In alto, sempre in matita, c’è il cognome del condannato con un numero "2ª".Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
-
Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 6 fasc. 12 - Testo dell'immagine:
Cara mamma,
Ti scrivo queste mie ultime righe, alle ore 5 di mattina.
Fatti molto coraggio, mamma che ci rivedremo in Paradiso. Io di
lassù pregherò tanto per te che presto verrai a raggiungermi e al=
lora resteremo sempre insieme. Quelli che mi hanno condannato li
perdono perché non sanno quel che si fanno.
Ho combattuto per la mia Idea, e credo che il mio sacrificio
non sia vano, altri uomini mi vendicheranno, per loro penserà cer=
tamente la giustizia di Dio.
Mamma ti ho sempre amata anche se qualche volta ti ho fatta ar=
rabbiare.
Mamma ti chiedo perdono di tutto, non maledire il destino che
mi ha travolto improvvisamente, ma é il destino che Dio dà agli uo=
mini.
Comprendo il tuo dolore e ti chiedo perdono d’avertelo dato.
Non m’importa di morire perché la vita terrena é solo una bol=
gia infernale. Mamma ti do il mio ultimo addio.
Ci rivedremo in Paradiso.
Addio,
Giovanni