Lettera di Attilio Martinetto alla Moglie (ore 24 circa) scritta in data 24-04-1945 da U.P.I. di Cuneo

  • Didascalia: L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina dell’ultima lettera di Attilio Martinetto alla moglie Anna Maria, scritta intorno alle ore 24 del giorno precedente alla sua esecuzione. Nel documento sono presenti correzioni a penna, mentre in alto, a matita, è scritto il nome del partigiano caduto ed il numero 3.
    Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
  • Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
    Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 6 fasc. 12
  • Testo dell'immagine:
    [Pagina 1]

    24-4-45 ore 24 circa dall’U.P.I.



    Amore mio diletto,


    E’ mezzanotte e ancora stiamo chiacchierando allegramente. Siamo tut=
    ti cinque assieme e si scherza quasi allegramente. Come già ti ho det=
    to è stato qui D.Monge a cui ho consegnato il portafogli e gli indumen=
    ti, D.Oggero,parroco di S.Ambrogio (Cappellano delle Carceri) e D.Pano=
    ri. Ci siamo confessati e speriamo quest’ultimo ci porti ancora la Co
    munione domattina.
    Anna Maria cara, forse tu piangerai a leggere questa mia. Se piangi
    per te, per il tuo avvenire troncato, passi, lo comprendo, ma se piangi
    per me, no! Ti sbagli. Anna Maria, nella tua ultima mi esortavi ad
    avere fede in Dio; non credi quanto mi senta vicino a Lui in questi mo=
    menti! La morte? Eterno spauracchio di noi mortali! Spauracchio? Sì, ma
    per la materia, che m’importa! La materia? E cosa può la materia?
    Quante volte nei momenti felici ho pensato ad un momento simile! Ri=
    cordavo proprio stassera di aver letto "L’ultimo giorno di un condanna=
    to" di Victor Hugo che forse si trova ancora a Faione tra i miei libri.
    Tante volte basandomi su esso ho pensato al momento di morire. Quan=
    to ero sciocco!!! Solo ora lo comprendo. Sai Anna Maria cosa rimane
    all’ultimo di tutto? Solo quello che é santo e puro della vita. L’affet
    to dei genitori (in essi tua madre), l’affetto di quanti mi vollero be=
    ne e che ora avvalori sotto un’altra luce; la luce che ti proviene dal=
    l’affetto per Dio.
    Amore mio, ti ho sempre amata tanto, tu lo sai, ora ti amo più che
    mai perché ora maggiormente si accostano i due amori, per te e per Dio.
    Anna Maria, forse mi dirai che potevo ben dirti altre parole di mag=
    gior conforto, lo so, ma quale conforto può essere maggiore per te se
    non il sapere con quanta serenità tuo marito si prepara a veder Dio.
    Sono solo contento che Dio ha avuto pietà di me e ancora all’ultimo
    momento mi ha mandato un sacerdote. Anna Maria sapessi mai cos’é la
    vita vista dalla soglia dell’eternità, quale miseria, te lo posso ben
    dire io con quale orrore si guarda al nostro passato! Se non fosse
    quella stessa fede che ci fa provare simile orrore, a sostenerci, che
    si farebbe mai? La fede ci fa provare orrore, ma nell’istante stesso,
    ci dice che Dio é infinitamente grande. E allora si implora la sua mi=
    sericordia. Quando finalmente hai provato la sensazione della sua mi=
    sericordia e l’hai provata con maggior fede delle altre volte, poiché
    sai che é l’ultima volta che Dio ti dice : "Ego te absolvo..."

Questa lettera è composta da 2 pagine.
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