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Rosolino Ferrari (Lino)



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Rosolino Ferrari. Ferrari nacque a Codogno (Lodi) il 6 novembre 1911, ultimo di quattro figli. Suo padre era un piccolo commerciante di frutta e verdura. Rimasto orfano di madre, dopo le elementari cominciò fare il meccanico, appassionandosi alle macchine. Dopo il militare si impiegò come autista di pullman in una ditta di Codogno. Nel 1935 fu richiamato alle armi per la guerra di Etiopia. Ebbe occasione di scattare fotografie che documentavano episodi di repressione della resistenza etiope. Rientrato nel 1939 si innamorò di una diciottenne, Sandra Ferrari, che sposò e dalla quale ebbe due figli (Romualdo e Severino). Dopo la caduta di Mussolini partecipò a incontri con vecchi antifascisti di Codogno, capeggiati dall’avvocato Arrigo Cairo, intenzionati a costituire un Comitato delle opposizioni. Nella primavera 1944 fu l’organizzatore della 171ª Brigata SAP Garibaldi della zona di Codogno, che fu intitolata a «Lolo Clavena», giovane partigiano codognese morto nel combattimento di Megolo. Stabilì contatti con Gaetano Paganini di Castiglione d’Adda e i suoi compagni di clandestinità, poi fucilati a Crema il 29 novembre 1944, oltre che con il gruppo di Giovanni De Vecchi detto "Cavalìn", ucciso a Corteolona (Pavia) in un conflitto a fuoco con i fascisti il 19 marzo 1945. Catturato il 7 marzo 1945 a Codogno, fu accusato di corresponsabilità nell’uccisione di due ufficiali della GNR a Castiglione d’Adda e di essere organizzatore di bande partigiane. Portato a Lodi, subì violenti interrogatori, dichiarando, come risulta dal verbale, di non essere affatto pentito della vita di resistente che aveva scelto. Fu sommariamente condannato a morte dal comandante della GNR di Lodi e fucilato all’alba dell’8 marzo al Poligono di tiro. Scrisse l’ultima lettera alla moglie Sandra e l’affidò al cappellano delle carceri di Lodi, don Domenico Saletta, che diligentemente la recapitò alla vedova assieme al crocifisso baciato da Rosolino prima di subire la scarica mortale.

Autore della presentazione: Ercole Ongaro

DATI ANAGRAFICI

Età 33 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 6/11/1911
Luogo di nascita Codogno
Provincia di nascita Lodi

Data di morte: 8/3/1945
Luogo di morte: Poligono di tiro
Comune di morte: Lodi
Regione di morte:Lombardia

Categoria professionaleOperai
Professione Artigiano

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Lino
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: estate 1943 - primavera 1944
Tipo di reparto: Comitato
Nome del reparto: Comitato delle opposizioni di Codogno
Seconda formazione nella Resistenza: primavera 1944 - 8/3/1945
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata Garibaldi Lolo Clavena 171ª
Grado conseguito: Comandante
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Fascista
Circostanza della morte: Eccidio
Descrizione della circostanza della morte: Catturato il 7 marzo a Codogno, è incarcerato a Lodi, dove subisce interrogatori e torture. Sommariamente condannato a morte, è fucilato il giorno successivo.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Alle ore 6 del mattino dell’8 marzo 1945 Rosolino Ferrari è condotto al poligono di tiro di Lodi e fucilato.

BIBLIOGRAFIA

  • Codogno e la Resistenza, Codogno, Comune di Codogno (LO), 1965, p. 32
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, p. 133
  • Ercole Ongaro Dal carcere chiamando primavera. Lodi dalla Resistenza alla liberazione, Lodi, Tipolitografia Lodigraf, 1980, p. 163
  • Ercole Ongaro Guerra e Resistenza nel lodigiano 1940-45, Lodi, il Papiro Altrastoria Ed., 1994, p. 220
  • Ercole Ongaro - Gianluca Riccadonna Percorsi di Resistenza nel Lodigiano in "Quaderni ILSRECO" n. 16, aprile 2006, pp. 101-108

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a moglie Sandra, scritta in data 08-03-1945
Località di stesura: Caserma GNR di Lodi
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Carte private di Romualdo Ferrari,

Note al documento:
L'indicazione del luogo e della data di scrittura della lettera (assenti nel documento qui pubblicato) le ritroviamo a pag. 133 del volume "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945", curato da Mimmo Franzinelli ed edito da Mondadori nel 2005. Fino al 18 ottobre 2012 il documento era pubblicato sottoforma di trascrizione a macchina. Copia digitale dell'originale ci è pervenuta da Romulado, figlio di Rosolino, con la mediazione di Luigi Malguzzi.

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