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Fortunato Caccamo (Tito)



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Di anni 21. Nato l’1 febbraio 1923 a Gallina (Reggio Calabria); residente a San Gregorio (Reggio Calabria). Di professione Carabiniere. Diplomato alle scuole magistrali, nel 1941 è chiamato al servizio di leva. Congedato nel marzo dell’anno successivo, a settembre entra nell’arma dei Carabinieri. Assegnato alla Legione di Roma, presta servizio alla Stazione Termini. Nello stesso periodo si iscrive e frequenta l’università. Dopo l’armistizio partecipa alla difesa della città contro le armate tedesche. Sfuggito alla cattura, il 10 ottobre 1943 rifiuta di evacuare la Capitale, come invece impone l’ordine impartito dal comando germanico. Datosi alla macchia, si aggrega a numerosi altri commilitoni nella banda partigiana comandata dal Generale Filippo Caruso, che è direttamente collegata al Fronte militare clandestino di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo. Con questa formazione Caccamo prende parte a svariate azioni nella zona dei Monti Albani e di Palestrina e si occupa di curare i collegamenti con le formazioni guidate dal Maggiore Ebat e dal Maggiore Dessy. Tradito da una delazione, il 7 aprile 1944 è arrestato dalle SS in Piazza Bologna, a Roma. Incarcerato in via Tasso, dov’è ripetutamente torturato, viene poi trasferito a Regina Coeli. Il 9 maggio è processato e condannato a morte dal Tribunale di guerra tedesco. Alle ore 10 del 3 giugno 1944, mentre sono già in corso i preparativi per la ritirata tedesca da Roma, è condotto a Forte Bravetta e fucilato sugli spalti da un plotone della Polizia Africa Italiana (PAI). Assieme a lui vengono giustiziati Mario De Martis (tenente pilota), Costantino Ebat (maggiore dei carabinieri), Giovanni Lupis (guardia di pubblica sicurezza), Emilio Scaglia (guardia di pubblica sicurezza) e Guido Orlanducci (sergente). Dopo la liberazione, gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al valor militare, con la seguente motivazione: "Carabiniere animato da elette virtù militari, sottrattosi coraggiosamente alla cattura delle forze tedesche, entrava subito a far parte dell’organizzazione clandestina dei Carabinieri della Capitale. Catturato su delazione, sebbene sottoposto, per lunghi mesi, a feroci torture, manteneva assoluto silenzio, evitando così di far scoprire capi e gregari dell’organizzazione. Nessuna lusinga o allettamento dei suoi aguzzini lo faceva deflettere dal giuramento prestato. Compreso solo del bene della Patria, donava la sua giovane esistenza affrontando serenamente la morte per fucilazione. Luminoso esempio di attaccamento al dovere e all’onore militare."

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 21 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 1/2/1923
Luogo di nascita Gallina
Provincia di nascita Reggio Calabria
Residenza San Gregorio

Data di morte: 3/6/1944
Luogo di morte: Forte Bravetta . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Roma
Regione di morte:Lazio

Titolo di studioStudi universitari. Diploma magistrale.
Categoria professionaleEsercito, marina, aereonautica e altri corpi armati dello stato e di enti pubblici (esclusi gli ufficiali)
Professione Carabiniere
Appartenenza alle Forze armateCarabinieri

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Tito
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: ottobre 1943 - 3/6/1944
Tipo di reparto: Banda
Nome del reparto: Banda Caruso (collegata al Fronte militare clandestino)
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale militare di guerra tedesco - Sentenza emessa in data 9/5/1944.
Tipo di esecuzione: Nazifascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Tradito da una delazione, è arrestato dalle SS in Piazza Bologna (a Roma). E' il 7 aprile 1944, quando viene incarcerato in via Tasso. Ripetutamente torturato, viene poi trasferito a Regina Coeli. Il 9 maggio è processato e condannato a morte dal Tribunale di guerra tedesco. La sentenza è eseguita il 3 giugno a Forte Bravetta.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Alle ore 10 del 3 giugno 1944, mentre sono già in corso i preparativi per la ritirata tedesca da Roma, un plotone della Polizia Africa Italiana (PAI) fucila a Forte Bravetta Fortunato Caccamo (carabiniere), Mario De Martis (tenente pilota), Costantino Ebat (maggiore), Giovanni Lupis (guardia di pubblica sicurezza), Emilio Scaglia (guardia di pubblica sicurezza) e Guido Orlanducci (sergente).
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro
Collegamenti:Strage di Forte Bravetta, comune di Roma (Roma). 3/6/1944
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Mario De Martis | Costantino Ebat | Emilio Scaglia |

BIBLIOGRAFIA

  • I Carabinieri nella Resistenza e nella guerra di liberazione, Ente editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 1978, p. 72
  • Mario Avagliano - Gabriele Le Moli Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma, Milano, Mursia, 1999, pp. 52-53
  • Eugenia Latini (a cura di) I martiri di Forte Bravetta / Prefazione di Giovanni Gigliozzi, Roma, A.N.F.I.M., 2006, pp. 21, 37, 53
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 61-62
  • Augusto Pompeo (a cura di) Forte Bravetta 1932-1945. Storie memorie territorio, Roma, XVI Circoscrizione, 2000
  • COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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    Lettera a zio, scritta in data 16-05-1944
    Località di stesura: Carcere di Regina Coeli, Roma
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: copia a mano

    La lettera è conservata presso:
    Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

    Collocazione archivistica:
    Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 8 fasc. 15

    Note al documento:
    La trascrizione è stata effettuata sulla prima e sulla terza facciata di un foglio simil-protocollo, strappato da un quadernetto. Nella prima facciata vi sono alcune note del trascrittore riguardo l'originale (accanto alla data e prima dell'incipit della lettera).

    INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI