- Didascalia: L’immagine riproduce la fotografia dell’ultima lettera di Marcello Bucchi, scritta alla madre dal carcere probabilmente il giorno della sentenza del Tribunale militare di guerra tedesco. Lo stemma in alto a sinistra è opera dello stesso Bucchi: in esso si notano il nome della cella (447), le sbarre e la sigla R.C. che sta per Regina Coeli.Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
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Proprietà della foto: Istituto di medicina legale e delle assicurazioni - Università di Macerata
Collocazione archivistica: Fondo Attilio Ascarelli - Testo dell'immagine:
R.C. 22/2/944
Cara mamma,
finalmente sono stato processato e sebbene
la pena non sia di gradimento sono
tranquillissimo. Così dovete essere pure voi.
State tranquilli e non pensate a nulla.
A Vanna di’ che non ho scritto perché ho richiesto
e mi è stato concesso il permesso di vedervi tutti.
Spero che presto ci riabbracciamo. Ance se qui
dentro nonvideve scoraggiarvi anzi...coraggio
e abbiate fiducia in Dio.
L’avvocato vi avrà già riferito e spero anche
consegnato il permesso.
Dunque coraggio di nuovo e non pensate
alla dura sorte...che poi non è ancora defi-
nitiva, quindi perché piangere prima della
"disgrazia"?
Io sto abbastanza bene e non mi preoccupo.
Con la speranza di vedervi presto e stringervi
forte vi bacio affettuosamente
Vostro aff.
Marcello