
- Didascalia: L’immagine riproduce la trascrizione a macchina della lettera di Francesco De Gregori alla moglie, scritta prima di darsi alla macchia, rifiutando di aderire alla RSI.Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
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Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 9 fasc. 23 - Testo dell'immagine:
Firenze 14 settembre 1943 – Albergo Fenice
Mia piccola cara,
oggi sono di fronte a questo dilemma: o presentarmi
nel termine di 24 ore al Comando Territoriale di Firenze, che obbedisce
ai tedeschi, o darmi alla macchia per mantenermi fedele al mio giura-
mento. In ambedue i casi non potrei essere utile a voi, che dovete ormai
vivere una vita indipendente dalla mia. Perciò io scelgo la via
dell’onore, anche se è la più ardua, anche se mi può portare alla fu-
cilazione. In questo caos inestricabile, guai se perdiamo l’unica e
ultima luce che può rischiarare il nostro cammino; questa luce è
l’Italia, che se anche, per noi, è stata soltanto un calvario, del quale
io sono ormai vicino alla vetta, potrà un giorno essere la terra felice
dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Ma questa loro futura
possibilità dobbiamo essere noi a conquistarla. La nostra unione,
mio amore, è cominciata lì sotto le mura del Vescovato di Udine, da
allora, questa nostra unione ci ha dato gioie e tormenti, ma da ogni
gioia e da ogni tormento ne è uscita più forte e più viva. Io ti
ringrazio dell’amore che tu mi hai dato, del tuo cuore che per cinque
anni ho sentito palpitare nelle mie mani. Di averti conosciuta, io ringra-
zio Dio, e sii certa che l’ultimo pensiero dell’ultimo istante della
mia vita non puoi essere che tu. Oggi io sono lontano da te, ma questa
lontanza è nulla in confronto a quella che ci separerà domani._
Io sarò un fuori legge che vivrà sui monti la sua vita dura, col pensiero
inutilmente nostalgico volto a una casa lontana dove forse saranno
entrati gli orrori della guerra. Tutte le sofferenze e i pericoli mi
sono davanti e potranno farmi cadere. In questo caso tu riceverai questa
lettera. A lei affido la mia benedizione per te per Anna, per Pier Luigi;
l’augurio che nella vostra casa, dov’io non sarò più che un ritratto,
torni, dopo il lutto, la luce della pace e della felicità.
Addio piccolo amore dei giorni più belli, addio. Ti offro in questo
momento, bagnati di pianto, tutti i ricordi più belli del nostro amore
straordinario.
Tuo Franco