Lettera di Nicolò Marino alla Moglie scritta in data 19-10-1943 da Forno Canavese

  • Didascalia: L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina della lettera scritta da Nicolò Marino alla moglie Gianna, prima della cattura e della morte per fucilazione.
    Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
  • Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
    Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 9 fasc. 23
  • Testo dell'immagine:

    [Pagina 1]

    Gianna carissima,
    finalmente dopo tanto tempo dalla mia partenza da
    Torino per Piani Auti, oggi ho la possibilità di farti ave-
    re mie nuove causa che scrivere è molto pericoloso per te
    e per me, ma oggi essendovi la combinazione che il latore
    è un mio compagno e che si reca a Torino per 48 ore di per-
    messo, approfitto della sua gentilezza facendoti avere mie
    notizie.
    Io grazie a Dio fino ad oggi sto benone in salu-
    te e nulla mi è successo nel primo attacco avuto a Piani
    Auti con i Tedeschi i quali, sono venuti a trovarci per
    tramite spie, con 13 camionette piene dei loro e armati fi-
    no ai denti, se ne sono però ritornati quelli che poterono
    ritornarsene vivi, come tanti cani bastonati senza più far-
    si vedere. Di noi tutti, nessun ferito e nessun morto, so-
    lo abbiamo subito il danno, che con i lanciafiamme ci han-
    no potuto bruciare tre magazzini di viveri e generi di ve-
    stiario, compreso tanta roba nostra privata, come per esem-
    pio: io ebbe bruciato il mio zaino pieno di/biancheria e
    vestito privato dato che io come Sergente Maggiore, sono
    addetto al magazzeno ed ho il magazzeno viveri in consegna
    e quindi, il mio zaino lo tenevo nel magazzeno stesso, e
    il giorno dell’attacco non ho creduto opportuno di caricar-
    mi dello zaino se dovevo salire in montagna e difendermi.
    Ma di tutto questo non mi importa perché a suo tempo ci
    sarà che ci penserà, e d’altra parte, meglio bruciare la
    biancheria che la mia pelle. Ora, per evitare quanto è ac-
    caduto questa volta, nell’eventualità che questi cani di
    tedeschi dovessero nuovamente tornare con più numerose for-
    ze, abbiamo cambiato zona e non più ci troviamo a Piani