Lettera di Carlo Pizzorno (Carluccio) al Padre scritta in data 22-09-1944 da Torino

  • Didascalia: L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina della "Lettera scritta dalle Carceri Giudiziarie di Torino da/CARLUCCIO PIZZORNO (Arch.To.)", come spiega la didascalia nella parte superiore del documento, cancellata da una riga ondulata tracciata a mano, con una penna nera. La data di scrittura coincide con quella dell’esecuzione.
    Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
  • Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
    Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 7 fasc. 13
  • Testo dell'immagine:
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    Lettera scritta dalle Carceri Giudiziarie di Torino da
    CARLUCCIO PIZZORNO (Arch.To.)


    Torino 22 Settembre 1944
    ore 4

    Papà adorato,
    ancora due parole prima di andarmene da questo povero
    mondo.- Sii forte e pensa che muoio da buon cristiano, fatti
    dare e cerca di riavere le fotografie, il portafoglio ( forse
    questo l’ha ancora il maggiore De Biais a Venaria) con l’oro-
    logio ivi dentro ad una busta. Poi altre foto le aveva il
    Tenente Alfredi in una busta all’Albergo Nazionale, sai che
    ci tenevo tanto.
    Vorrei che il mio ricordino avesse per foto l’ultima,quel-
    la fatta durante la mia permanenza all’Eiar.
    Povero Santo Papà ! Non hai potuto salvarmi e lo speravi
    già tanto ed avevi già fatto tanto ! Hai ricevuto il bigliet-
    tino, quello scritto ieri l’altro ? Lo spero tanto. Fra po-
    chi minuti mi confesserò e farò la S. Comunione.-
    Padre Ezio mi confortò in queste ore supreme ed é stato
    tanto buono. Non serbare rancore, te lo raccomando per il
    Pimpi e per gli altri miei compagni. Vogli ancora loro bene
    come quando li vedevi con me. So che per te la vita sarà ter-
    ribile così, ma ci ritroveremo in Cielo povero tanto paparo-
    ne, povera Maria, povera Mamma, Fanny, poveri Corard, zia
    Maria! Baciameli tutti e ricordami ancora a tutti, alla Sig.
    Marocco tanto buona ed ai conoscenti cari e agli amici fedeli.
    Il Signore ha voluto così e sa Lui il perché. Protegga te,
    l’Italia, il mondo, povero triste mondo come l’abbiamo cono-
    sciuto ed io specialmente. Ma perché tutto questo, forse per-
    ché ero troppo cattivo ed avrei, te lo ripeto, fatto ancora

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