Lettera di Violante Momesso a Tutti da Carcere di Santa Maria Maggiore, Venezia

  • Didascalia: L’immagine riproduce la prima pagina della trascrizione a macchina della lettera "Scritta pochi giorni prima della fucilazione" (come dice la nota manoscritta in penna nera nella parte alta del foglio) da Violante Momesso ai suoi cari.
    Nota: Questa immagine contiene un watermark indelebile che consente di risalire al legittimo proprietario.
  • Proprietà della foto: Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri
    Collocazione archivistica: Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 6 fasc. 12
  • Testo dell'immagine:
    [Pagina 1]

    (Scritta pochi giorni prima della fucilazione)

    Dalla mia prigionia

    Carissimi tutti,

    Anche questa volta spero farvi avere questa lettera il quale
    porti a voi il buon stato della mia salute e così vorrei sperare
    che altrettanto fosse di voi tutti.
    La nostra vita di prigionia é sempre la solita. Dico nostra
    perché siamo diversi compagni e ci rispettiamo come fratelli, do-
    po tanto tempo che siamo qui rinchiusi in codesta cella oscura
    che non vediamo luce da molto e molto tempo. Non vi posso nascon-
    dere che abbiamo anche qualche passatempo: come gioco di carte,
    dama ecc. però sempre clandestinamente, cioé co uno di noi sem-
    pre in guardia.
    Ciò nonostante, codesti piccoli passatempi tengo sempre nel
    mio cervello tanti e tanti pensieri che mi rattristano assai.
    Ma quando penso che siamo vicini molto vicini alla nostra ora,
    mi racconsolo e son più che certo che tutti in quell’ora scatte-
    ranno in piedi, impugneranno qualsiasi arma e colui che non
    l’adopera sarà un vile ed un codardo. Nessun pretesto vale per
    mancanza di armi; armi ce ne sono per tutti, bambini, uomini
    e vecchi; tutti debbono collaborare per cacciare, una volta per
    sempre da questo suolo, il barbaro tedesco invasore ed il tiranno
    fascista, in modo che si cancelli, ed al più presto la memoria
    ed il ricordo di codeste belve assetate ed affamate di carne
    umana.
    L’ora per noi ( già me lo sento) sta per suonare. Sorte tri-
    ste e crudele.
    Nessun essere umano può immaginare a quali patimenti e soffe-
    renze noi siamo soggetti. Figuratevi che siamo rimasti, anzi ci
    hanno lasciato ( i tiranni fascisti) per circa cinque giorni sen-
    za acqua. Da mangiare pochissimo. Acqua, acqua,ed un piccolo
    tozzo di pane.

Questa lettera è composta da 2 pagine.
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