Lettera di Guidalberto Pasolini (Ermes) al fratello Pier Paolo scritta in data 27-11-1944 da Porzûs (Attimis, UD)

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Testo:
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Pier Paolo Carissimo:
Quanto ti scriverò in questa lettera ti stupirà moltissimo:
"Ma io non c’entro!" dirai alla fine facendo uno
sconsolato gesto con le mani... Ne sono pienamente d’accordo.
Ma siccome però una situazione penosissima e grave provoca uno
stato d’animo per cui si sente l’assoluta necessità di confidarsi
con qualcuno, e d’altra parte "siamo" convinti che tu, con
qualche articolo ci puoi essere di grande aiuto, avendone
d’altra parte ricevuta l’autorizzazione, ti metto senz’altro
al corrente della nostra situazione come si presenta alla
data di oggi 27 Novembre. Non dire nulla alla mam-
ma: si spaventerebbe per nulla...
Cronaca degli avvenimenti dal 29 luglio ad oggi:
3.000 tedeschi e fascisti in tale giornata iniziano un rastrel-
lamento nella zona della Ia brigata Brigata Osoppo Friuli,
(la mia) inizio delle operazioni 5 ½ del mattino: attacco
di sorpresa nemico (proveniente da Prosenicco) in zona Subit.
Una brigata slovena (la 128ª ?) che aveva il preciso com-
pito di sbarrare la strada al nemico in questo settore (rap-
presentante il tergo del nostro schieramento) si ritira senza
sparare un colpo di fucile! Risultato: due nostre postazioni
di mitraglia in posizione dominante sopra Subit resistono
eroicamente fino alle 4 del pomeriggio (60 morti tedeschi);
esaurite le munizioni gli uomini si ritirano sul Monte
Carnizza presidiato dal nostro battaglione Udine.
Frattanto si era combattuto anche sulle falde del Carnizza.

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Da notare che, sull’altro versante del Carnizza aveva sede
la IIa brigata Garibaldi.
Dopo 5 ore di combattimento arrivano sul luogo 5 garibaldini
con un mitragliatore inglese (Bren): sparano da lontano
qualche scarica. Nel tardo pomeriggio giunge sul luogo un
pattuglione, sempre garibaldino di 30 uomini, ma i tedeschi
avevano ormai desistito dall’attacco al Carnizza.
Risultato delle operazioni: 200 tedeschi o fascisti caduti
o feriti (tutti per parte dell’Osoppo, 1 ferito leggero da parte
nostra! A tanta distanza di tempo apprendiamo ora, con nostro
grande stupore che furono i 30 garibaldini arrivati sul luogo
a cose finite a rovesciare in nostro favore le sorti della
battaglia... (ma questa è cosa da niente...).
Si riorganizza la brigata: in breve tempo raggiungiamo
i 600 uomini nella vallata Attimis-Subit. Si entra in
contatto con i comandanti delle 2 brigate Garibaldi che
fiancheggiano il nostro schieramento: si forma la divisione
Garibaldi-Osoppo, si firma un patto di amicizia
con gli sloveni, che, slealmente hanno cominciato
la propaganda slovena nel territorio da noi occupato.
Giunge per radio una notizia ad aggravare la situazione:
gli inglesi nelle terre liberate, disarmano le formazioni
partigiane. A noi dell’Osoppo la notizia non ci fa
né caldo né freddo: "Una volta che l’Italia è liberata!...),
La cosa sembra invece mettere il fuoco nelle vene in certi
commissari garibaldini. Vanni (da nessuno autorizzato), com-
missario di divisione, nella pubblica piazza di Nimis

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grida le seguenti parole (in un discorso enfatico quanto vuoto
di sostanza): "Io vi assicuro che né Russi (la parola è detta
quasi di sfuggita) né Americani né Inglesi (qui la voce tuona)
disarmeranno la Divisione Garibaldi-Osoppo."
In quegli stessi giorni giunge una missione slovena inviata
da Tito: si propone l’assorbimento della nostra divisione
da parte della Armata slovena: ci fanno capire fra l’altro
che qualora facessimo parte dell’esercito sloveno eviteremmo
il disarmo. Il comandante di divisione Sasso (un ga-
ribaldino) tentenna, il vice comandante Bolla (Osoppo)
pone un energico rifiuto. Gli sloveni se ne vanno scontenti.
Il comandante Sasso promette solennemente a Bolla (quindi
alla nostra brigata) che della questione non si sarebbe più
parlato. Ma gli sloveni (è evidente che la cosa
sta loro molto a cuore) non abbandonano la partita e
ritornano alla carica. Sempre energico e deciso il contegno
di Bolla, ambiguo quello di Sasso (sobillato eviden-
temente da Vanni) il quale sembra incline ad accettare.
Bolla fa presente che qualora avvenisse l’accordo
con gli sloveni (per noi sarebbe molto peggio di una
battaglia perduta) la brigata Osoppo si sarebbe staccata dalla
divisione. Siamo agli ultimi di settembre: la situazio-
ne militare è minacciosa. Lo schieramento della divisione
troppo avanzato, (siamo quasi in pianura) è debole.
Novecento uomini della brigata Osoppo tengono fronte
sull’arco di colline: Passo di Monte Croce (tenuto da reparti

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garibaldini) Savorgnano-Ravosa-Racchiuso. La prima bri-
gata Garibaldi (1200 uomini) copre Nimis alla
nostra destra, la IIa Garibaldi (1.000 uomini) copre
Faedis alla nostra sinistra.
La notte fra il 26 e 27 settembre si inizia un furibondo
cannoneggiamento delle nostre posizioni da parte delle
artiglierie tedesche (un treno blindato fra Reana-Tricesimo,
2 batterie del forte di Tricesimo, 2 batterie a Pavoletto).
Il giorno seguente 2 divisioni tedesche con carri armati
attaccano simultaneamente Nimis e Faedis. Alla sera
dello stesso giorno (27) carri armati pesanti entrano
nei due paesi. Noi, al centro dello schieramento
non sappiamo nulla. La notte continua
incessante il martellamento delle artiglierie, la matti-
na del 28 riprende la pressione tedesca sulle nostre
ali: da Faedis su Racchiuso, da Nimis su Monte
Croce: il grosso dei reparti garibaldini si sgancia, noi
dell’Osoppo sempre all’oscuro di tutto attendiamo
il nemico sulle nostre postazioni ormai avanzatissime.
Verso le 3 del pomeriggio i tedeschi sono su Monte Croce:
puntano su Attimis! (siamo quasi circondati)
Frattanto un altro fatto gravissimo: reparti tedeschi da Prosenicco
puntano su Subit con lo scopo di scendere su Forame
Attimis e quindi tagliarci la strada della ritirata.

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Gli sloveni (incaricati di proteggerci le spalle) si
ritirano senza sparare un colpo! Le nostre postazio-
ni sopra Subit di copertura vengono sopraffatte dal nu-
mero e dai mezzi. Il paese cade in possesso del
nemico: contemporaneamente alla caduta di Passo Monte
Croce. Un nostro battaglione rinforzato parte al contrassalto,
con eroico furore ributta i tedeschi al di là della montagna.
(La via della ritirata è aperta)
Ma le cose erano già precipitate: Garibaldini sbandati
con mille notizie false o esagerate gettano il panico fra
le nostre file che finalmente hanno ricevuto l’ordine
di ritirata: ("Nulla da fare, i tedeschi sono a Racchiuso
e Attimis" "Gettate le armi i comandanti sono
fuggiti in borghese" ecc... ecc...) molti si sbandano,
molti riescono a raggiungere Attimis, poi Forame e Subit.
Gli ultimi a ripiegare (c’ero anch’io ed il mio coman-
dante Romolo) escono da Attimis quando vi entrano
i tedeschi calati da Monte Croce: qualche raffica
passa sibilando sulle nostre teste.
Inutile che ti descriva la drammatica ritirata
notturna (ancora una volta ingannati!: sul Monte
Joannes est del Carnizza) vi doveva essere un presidio
garibaldino: infatti vi troviamo le truppe tedesche

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schierate come un plotone d’esecuzione (in fila di
fronte con le armi spianate): il nostro comandante
di brigata Ferruccio cade con 17 compagni. Il vice-
comandante di divisione Bolla riesce invece a passare
con un 100 uomini: gli altri si sbandano fra i quali
io e Romolo.
Comincia l’odissea dei dispersi in cerca del loro
comandante. I presidi garibaldini (incontrati per strada) fanno di
tutto per demoralizzarci e indurci a togliere le
mostrine tricolore (A Memicco un commissario garibaldino
mi punta sulla fronte la pistola perché gli ho
gridato in faccia che non ha idea di che cosa signi-
fichi essere "Uomini liberi", e che ragionava
come un federale fascista, infatti nelle file gari-
baldine si è "liberi" di dire bene del comunismo,
altrimenti sei trattato come "Nemico del proletario"
(Nientemeno!) oppure "Idealista che succhia il sangue
del popolo" (senti che roba!))
A fronte alta dichiariamo di essere italiani e di
combattere per la bandiera italiana, non per lo
"straccio" russo...
A Codromaz raggiungiamo il comandante
Bolla ed Enea, del quale sono diventato amico
e dal quale ho saputo i retroscena ecc... ecc...

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Gli sloveni frattanto approfittano della situazione ed
entrano in trattative col comando garibaldino (si
riparla dell’antico progetto di assorbimento delle nostre
formazioni da parte slovena) Bolla strepita: ma
oramai non ha più l’autorità che novecento uomini
pronti a tutto gli davano... Il delegato sloveno fa
comprendere a Bolla che la sua presenza non
è gradita ai colloqui, Bolla raccoglie i suoi uomini
e si allontana dignitosamente.
Raggiungiamo la zona Prosenicco-Subit-Porzus
e quivi ci riorganizziamo. Passano una ventina
di giorni. Frattanto Enea (lasciato a Codromaz
come osservatore) ci fa sapere che i garibaldini
lo hanno rassicurato (la notizia dell’accordo con
gli sloveni viene solennemente smentita)... Ci raggiunge
a Porzus: siamo al 2 novembre.
Il giorno dopo giunge al nostro comando il
comandante della divisione "Garibaldi" Sasso.
Ha un lungo colloquio con Bolla (smentisce di
nuovo solennemente la notizia dell’accordo con
Tito e promette che mai più ne riparlerà) tenta
di riconciliarsi con la brigata Osoppo oramai
riorganizzata...
Il 7 novembre, anniversario della rivoluzione russa

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per tutti i reparti garibaldini si festeggia l’avvenuta
unione con le truppe slovene. L’accordo era stato
firmato prima delle famose solenni smentite!!!
Gran parte però dei garibaldini non voleva l’accordo (deciso
da pochi uomini) molti piangono di rabbia e non vogliono
sostituire la stella rossa alla stella tricolore. Alcuni otten-
gono di passare nelle file dell’Osoppo e ci raccontano
che i commissari garibaldini hanno iniziato una propaganda
di intimidazione fra i reparti...
Una delle clausole dell’accordo con gli sloveni è la
seguente: i reparti garibaldini si impegnano di effettuare
una leale propaganda in favore degli sloveni e di mobi-
litare la popolazione maschile nelle zone sotto il loro
controllo. I mobilitati non possono far parte di forma-
zioni italiane ma devono entrare in reparti sloveni!
Quattro giorni fa si presenta al nostro comando il
famigerato commissario Vanni: dichiara al nostro
comandante Bolla: "Per ordine del maresciallo
Tito la prima brigata Osoppo deve sgomberare
la zona (territorio di influenza slovena) a meno
che non acconsenta ad entrare nelle formazioni slovene"
Siamo arrivati dunque al vertice della parabola:
come andrà a finire? Udine è a 12-16 km
di distanza.
La nostra parola d’ordine per ora è di rispon-
dere ad una sleale propaganda anti-italiana con
una propaganda più convincente. Abbiamo fondato
fra gli altri un nuovo giornale: "Quelli del Tricolore".

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dovresti scrivere qualche articolo che fa al caso nostro
(non è che noi siamo a corto di argomenti
né tanto meno ci manchino gli "scrittori", ma io
sono convinto che tu ci puoi essere di molto aiuto...)
con qualche poesia magari, in italiano e friulano
(non traduzione), qualche canzone su arie note,
pure in italiano e friulano ecc.... ecc....
Negli articoli cerca appena di sfiorare gli argomenti
suaccennati: devi essere un italiano che parla
agli italiani.
Mi dimenticavo: i commissari garibaldini (la notizia
ci giunge da fonte non controllata) hanno intenzione
di costruire la repubblica (armata) sovietica
del Friuli: pedina di lancio per la bolsce-
vizzazione dell’Italia!!
Ti mando una copia del programma del
Partito d’Azione al quale ho aderito con entusiasmo
(quanti ho conosciuto del P.A. Sono persone onestissime
miti e leali: veri italiani: Enea rassomiglia moltissi-
mo a Serra).
Naturalmente tutta questa tirata ti ha annoiato
moltissimo ma è bene che tu sappia com’è la situa-
zione anche perché ho bisogno se non altro dei tuoi

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consigli.
Comprendo perfettamente che molto probabilmente
tu non avrai né tempo né voglia di compilare
gli articoli su accennati comunque se hai intenzione
di farli: falli al più presto e dalli a Berto per busta
chiusa ed avverti (può farlo la mamma) dell’av-
venuta consegna Elda Paravano che a sua volta
andrà a ritirare ogni cosa a Udine ecc... ecc...
Se non altro almeno scrivi a me qualche riga ...
Ti bacio con grandissimo affetto
Guido
P.S.
Di alla mamma che nel caso avesse qualche
altra cosa da mandarmi (Guanti, calzettoni,
naftalina), vi aggiunga un fazzoletto tricolore
ed uno verde ...
Saluta tutti e se vedi Renato accennagli
quanto ti ho scritto...
Non ho il tempo di rileggere la lettera
devo partire per la montagna immediatamente.
L’immagine riproduce la prima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la prima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la seconda pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la seconda pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la terza pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la terza pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la quarta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la quarta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la quinta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la quinta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la sesta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la sesta pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la settima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la settima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce l’ottava pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce l’ottava pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la nona pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la nona pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la decima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.
L’immagine riproduce la decima pagina del testamento spirituale di Guido Pasolini.

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

Lettera a fratello Pier Paolo, scritta in data 27-11-1944
Località di stesura: Porzûs (Attimis, UD)
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Archivio contemporaneo Alessandro Bonsanti, Gabinetto G.P. Vieussieux, Via Maggio, 42 - Firenze
+39 055-290131
e-mail: archivio@vieusseux.it
web: https://www.vieusseux.it/archivio-contemporaneo.html

Collocazione archivistica:
Fondo Pasolini, PPP. I.874. 7 (vecchia segnatura: P.P.P. I.608.2)

Note al documento:
Copia digitale del documento ci è pervenuta tramite Fabio Desideri.