Lettera di Adelio Pagliarani alla Madre scritta in data 16-08-1944

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Testo:

Cara mamma,

l’ultimo piacere che io ti domando, non piangere tanto, la mia fine è arrivata ma sempre pieno di coraggio e di fede io muoio ma da uomo. Mi sono confessato e il frate che viene ti dirà che io muoio sempre col pensiero più grosso per te. Dunque fatti una decisione non piangere né te e mio babbo, credo che mi farete questo favore, da voi perdonatemi di quanto mi dicevi che dovevo stare a casa, che non ti stavo ascoltare, ora mi è toccata a me e mi dovete promettere che non dovete piangere per me: è l’ultimo favore. Te Palin guarda di non fare arrabbiare la mamma, i genitori, io muoio e state ad ascoltare quello che dicono che è la verità, guarda di consolarla e che si aiuta che gli vinca. Gisto anche tu fagli consolazione alla mamma che quello che dice è la verità, io sono pentito che non l’ascoltavo, ma sono contento che muoio della mia idea. Pepo ci vedremo all’altro mondo, saluta tutti i parenti e quelli che ti chiedono di me. Mamma mi sono confessato e muoio di coraggio e di fede. Cari miei tutti l’ultimo favore che vi domando non piangete per me se potete e se vi fanno portatemi al cimitero di Vergano. Si vedremo all’altro mondo saluti da vostro figlio Lilio. Mamma l’ultimo favore che ti domando, non piangere, saluti a Maria un bacio.

L’immagine riproduce il testo dell’ultima lettera scritta da Adelio Pagliarani alla madre.
L’immagine riproduce il testo dell’ultima lettera scritta da Adelio Pagliarani alla madre.

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

Lettera a Madre, scritta in data 16-08-1944
Stato del documento: copia



Collocazione bibliografica:
Amedeo Montemaggi 16 agosto 1944: tre martiri, Rimini, CID - linea gotica, Comune di Rimini, A.N.P.I., 1994, p. 60.

Note al documento:
Si ringrazia sentitamente Antonio Mazzoni (ISREC di Rimini) per la preziosa collaborazione nella ricerca delle ultime lettere di condannati a morte e deportati della Resistenza in provincia di Rimini e altrettanto sentitamente l’autore Amedeo Montemaggi per averci consentito di pubblicare la presente lettera raccolta nel suo volume 16 agosto ’44: tre martiri.