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Alberto Vita Finzi



PRESENTAZIONE

Nessuna foto per ora disponibile Commerciante, coniugato con figli. Residente a Ferrara dove gestiva la sua attività commerciale, dopo la costituzione della RSI, Alberto si distinse per essere uno dei firmatari del «patto di pacificazione» stilato tra il Comitato antifascista non comunista di cui faceva parte e i fascisti repubblicani locali. In seguito all’uccisione del segretario federale Igino Ghisellini, avvenuta il 14 novembre 1943 ad opera di un gruppo partigiano, il patto fu rotto con una cruenta rappresaglia. Furono rastrellati quasi duecento civili, tra cui antifascisti, ex-fascisti e professionisti. Anche Alberto fu arrestato e incarcerato come ostaggio nella caserma della milizia. Durante la notte fu riunito il Tribunale straordinario di guerra che decretò la morte di undici uomini scelti tra i nominativi registrati nelle carte di Ghisellini quali sottoscrittori del «patto di pacificazione». Fu selezionato anche Alberto Vita Finzi. All’alba del 15 novembre 1943 fu fucilato lungo il muro del Castello estense di corso Martiri della Libertà insieme ad altri sette condannati, mentre Cinzio Belletti veniva freddato a poche centinaia di metri di distanza e altri due uomini uccisi nei pressi del Montagnone. Il plotone era composto da militi della M.V.N.S. veronesi e padovani. I condannati non erano stati informati della loro sorte.

Autore della presentazione: Enrica Cavina

DATI ANAGRAFICI

Genere Maschio
Stato civileConiugato
Residenza Ferrara

Data di morte: 15/11/1943
Luogo di morte: Castello estense . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Ferrara
Regione di morte:Emilia Romagna

Categoria professionaleIndustriali, commercianti
Professione Commerciante

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Condizione al momento della morte: Civile
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale straordinario di guerra fascista - Sentenza emessa in data 14/11/1943.
Esecuzione:Fascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Rastrellato insieme a circa duecento civili per una rappresaglia contro l'uccisione del federale Igino Ghisellini, il 14 novembre 1943 Alberto Vita Finzi fu incarcerato come ostaggio nella caserma della milizia ferrarese.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione All’alba del 15 novembre 19443, Alberto Vita Finzi, Pasquale Colagrande, Giulio Piazzi ed Ugo Teglio furono fucilati lungo il muro del Castello estense con altri uomini, mentre tre civili venivano uccisi a poca distanza. La strage fu compiuta per ritorsione all’uccisione del federale Igino Ghisellini.
Collegamenti:Strage di Castello estense, comune di Ferrara (Ferrara). 15/11/1943
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere:

BIBLIOGRAFIA

  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II p. 49

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a moglie, scritta in data 14-11-1943
Località di stesura: carcere di Ferrara
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
La lettera è conservata presso: Museo del Risorgimento e della Resistenza, Ferrara

Collocazione archivistica:
Archivio didattico, cartella Documenti protagonisti della Resistenza e dell'antifascismo ferrarese


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