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Mario Grecchi



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Mario Grecchi durante il periodo alla scuola militare di Milano. L’immagine è stata pubblicata sul "Notiziario dell’esercito" del 30 settembre 1946. Di anni 17. Nato il 30 settembre 1926 a Milano, dopo pochi anni la famiglia si trasferì a Perugia per ragioni lavorative del padre, ufficiale del Regio Esercito. Terminati a pieni voti gli studi ginnasiali, tornò a Milano per frequentare la Scuola militare. Qui, nonostante un'innata e manifesta avversione per il fascismo, fece prevalere i meriti scolastici sulla diffidenza iniziale dei superiori, che in breve lo nominarono istruttore. Il colonnello comandante della Scuola così gli notificò il nuovo incarico: «Sono lieto di comunicarti che ti ho nominato Istruttore in virtù dei tuoi meriti disciplinari, scolastici e attitudini di grado. Ti ho destinato alla seconda compagnia, sono certo che questo premio ti sarà di stimolo a compiere sempre meglio i tuoi doveri verso la famiglia e la scuola, dalla quale hai l'onore di essere educato. Ti saluto molto affettuosamente». Terminato il periodo di ferma obbligatoria, nonostante i calorosi inviti dei superiori a restare alla Scuola, decise tra la fine del 1943 e le prime settimane del 1944 di tornare a Perugia in famiglia. Qui, tramite anche alcuni amici d'infanzia, prese subito contatto con esponenti dell'antifascismo locale, chiedendo insistentemente di essere inviato a combattere. All'inizio di febbraio 1944, mediante una rocambolesca fuga iniziata con il furto della “Balilla” di un noto gerarca perugino, venne accompagnato nella zona di operazione della Brigata “Leoni”, sulle colline sopra Deruta (PG), dove essa coabitava e cooperava con la Brigata “Francesco Innamorati”. Nonostante la giovanissima età, in virtù delle capacità militari gli venne immediatamente affidata la responsabilità di azioni di prelevamento agli ammassi, attacco alle sedi municipali e intercettazione di pattuglie tedesche e fasciste. Insieme a lui operava, con le medesime responsabilità ma un grado di fatto maggiore nella formazione, il coetaneo Augusto Del Buontromboni, figlio di Alberto, possidente, liberale, fra i fondatori e principale finanziatore della “Leoni”. A differenza della “Innamorati”, di chiara ispirazione comunista, questa manifestava una connotazione politica più sfumata, ma con una certa vicinanza al Partito d'Azione. La repentina e continua pericolosità di queste due formazioni, in un'area nevralgica della provincia di Perugia, indusse i tedeschi a compiere un massiccio rastrellamento, con il supporto – soprattutto logistico e informativo – di presidi e distaccamenti della Gnr attivi in zona. L'operazione ebbe inizio all'alba del 6 marzo 1944 e, nonostante l'inevitabile squilibri di forze in campo, i comandi unificati della “Leoni” e della “Innamorati” decisero di impegnare alcuni uomini nel tentativo di rallentare l'avanzata tedesca e permettere al grosso degli effettivi delle due formazioni di sganciarsi. Di questa incombenza si incaricò Grecchi con alcuni uomini, riuscendo – nonostante alcune perdite – a resistere fino alle prime ore del pomeriggio, avendo successo nel consentire ai compagni di mettersi in salvo. Gravemente ferito ad una gamba, prima di essere catturato riuscì a sparare, uccidendolo, all'ufficiale tedesco che gli intimava la resa. Brutalmente percosso, viene trasferito in ospedale a Perugia e piantonato per giorni, nella vana speranza che facesse nomi. Otto suoi compagni, catturati durante il rastrellamento, vennero fucilati al Poligono di Tiro di Perugia l'8 marzo 1944. Lui invece, fra sofferenze e torture, viene tenuto in vita fino al 16, quando il Tribunale militare tedesco di stanza a Perugia emise la scontata condanna a morte. La mattina successiva, dopo una trasfusione di sangue mediante la quale si pensava che potesse sorreggersi sulle sue gambe, venne condotto al Poligono, dove poté lo sguardo dell'amico Augusto Del Buontromboni, catturato anche lui durante il rastrellamento e condotto nel medesimo luogo per una fucilazione che poi non venne eseguita (poté uscire dal carcere pochi giorni prima della Liberazione di Perugia). Gli ultimi minuti della vita Grecchi li trascorse con un sacerdote, da cui ricevette i conforti religiosi e a cui chiese un crocifisso da appuntarsi sul cuore, poi scheggiato da una delle fucilate. Allo stesso don Arsenio Ambrogi consegnò un foglietto con poche righe di commiato, con l'indicazione di recapitarlo alla sorella, a quel tempo insegnante in Assisi. La morte, dopo il colpo di grazia, venne certificata alle 12,15 del 17 marzo 1944. Alla memoria di Mario Grecchi è stata concessa la medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: «Giovanissimo e ardito vice comandante di una banda di partigiani operante nella zona dei monti Bettona, Deruta, Collemancio, fu sempre di esempio nel condurre i suoi uomini nelle azioni più rischiose. Accerchiata la zona ad opera di una Divisione tedesca si offriva volontario con sei uomini per tenere una posizione chiave e dar tempo al resto della banda di mettersi in salvo. Sosteneva il combattimento contro un battaglione tedesco, riuscendo senza alcuna arma automatica a tenere la posizione dalle 9 del mattino alle 17 del pomeriggio. Ferito gravemente da 12 pallottole, veniva catturato. All’ufficiale tedesco che gli intimava la resa, rispondeva con un colpo di pistola uccidendolo. Moribondo gli veniva fatta una trasfusione di sangue per farlo vivere fino al mattino e fucilarlo. Affrontava serenamente il plotone di esecuzione e, dopo aver rifiutato la benda, cadeva al grido: “Viva l’Italia”. Deruta (Perugia), 6 marzo 1944; Perugia, 17 marzo 1944».

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso e Tommaso Rossi

DATI ANAGRAFICI

Delibera di partigiano combattente 1455
Età 17 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 30/9/1926
Luogo di nascita Milano

Data di morte: 17/3/1944
Luogo di morte: Poligono di tiro di Perugia
Comune di morte: Perugia
Regione di morte:Umbria

Titolo di studioLicenza media superiore. Diplomato al ginnasio. Frequenta la scuola militare di Milano
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Reparto tiburio Scuola militare
Località di servizioMilano

Appartenenza politicaAzionista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: 19/2/1944 - 17/3/1944
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata Leoni
Grado conseguito: Comandante
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale di guerra tedesco - Sentenza emessa in data 16/3/1944.
Esecuzione:Nazifascista
Descrizione della circostanza della morte: Il 6 marzo 1944 il comando della Brigata Leoni, dislocato a Ripabianca (fraz. di Deruta, Perugia), viene circondanto dalle forze nazifasciste in azione di rastrellamento. Gravemente ferito e catturato, Mario Grecchi viene ricoverato sotto stretta sorveglianza all’ospedale di Città di Castello (PG). Il 16 marzo 1944 viene processato e condannato a morte dal tribunale di guerra tedesco. La sentenza verrà eseguita il mattino seguente, al poligono di tiro di Perugia.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Condannato a morte dal tribunale di guerra tedesco il 16 marzo 1944, il mattino seguente Mario Grecchi viene condotto al poligono di tiro di Perugia e fucilato, nonostante le precarie condizioni fisiche dovute alle conseguenze della ferita ricevuta il giorno della cattura.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'oro

BIBLIOGRAFIA

  • Mario Grecchi e Primo Ciabatti: due vite per la libertà: note e appunti di storia contemporanea, Perugia, Istituto umbro studi e ricerche Pietro Farina, 1965
  • I nostri caduti. Mario Grecchi in "L'Italia libera", Milano, 17 marzo 1946
  • Un eroe di diciassette anni in "Notiziario dell'esercito", Roma, 30 settembre 1946
  • Grecchi, Mario in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. II, Milano, La Pietra, 1971, pp. 321 e ss.
  • Sandro Bovini L’Umbria nella Resistenza, Roma, Editori Riuniti, 1972
  • L. Brunelli - G. Canali (a cura di) L’Umbria dalla guerra alla Resistenza, Atti del Convegno "Dal conflitto alla libertà" (Perugia, 30 novembre-1 dicembre 1995), Foligno, Isuc, Perugia; Editoriale Umbra, 1998
  • Luciano Cappuccelli Antifascismo e Resistenza nella provincia di Perugia (Documenti e testimonianze) / n. speciale di "Cittadino e provincia", Perugia, Provincia di Perugia, 1975, p. 22

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a famigliari,
Località di stesura: Perugia
Stato del documento: copia

La lettera è conservata presso:
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

Indirizzo web:
http://www.italia-liberazione.it/parri-milano



Collocazione bibliografica:
Antifascismo e Resistenza nella provincia di Perugia (Documenti e testimonianze), n. speciale di “Cittadino e provincia” (a cura di L. Capuccelli, Provincia di Perugia, 1975)


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