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Roberto Enea Lepetit (Roby)



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Roberto Enea Lepetit in primo piano. Di anni 38. Nato il 29 agosto 1906 a Lezza di Erba, in provincia di Como. Coniugato. La sua famiglia è titolare di un’azienda chimica, di cui egli prende le redini all’età di 22 anni, divenendo l’amministratore delegato sia della società Lepetit che della Ledoga (entrambe industrie attive nel campo chimico e farmaceutico). Dopo l’armistizio dà asilo e riparo agli ex-prigionieri jugoslavi; quindi, dall’ottobre del 1943, inizia a collaborare attivamente con il movimento partigiano, fornendo denaro e documenti falsi, producendo materiali per il sabotaggio, ed organizzando in prima persona gli aviolanci. Lo stabilimento della sua impresa a Garessio (CN) diventa subito un importante punto di appoggio per le prima bande armate della Val Casotto, nonché un importante rifugio per tutti gli ex-prigionieri alleati scappati dai tedeschi. All’inizio del maggio 1944, in seguito a numerose irruzioni delle autorità germaniche che portano all’arresto di molti operai della sua fabbrica, Lepetit decide di spostarsi a Rho, appena fuori il confine nord-occidentale di Milano. La maggiore vicinanza con gli organi direttivi della Resistenza lo porta ad intensificare i contatti con il C.L.N. (Comitato di liberazione nazionale) e ad allacciare rapporti strettissimi con Ferruccio Parri ed il suo Partito d’Azione. Sospettato di banditismo dalle SS, Lepetit è nuovamente costretto a trasferirsi, stavolta nei pressi del Lago di Como. Nonostante questo, il suo impegno in seno al movimento di liberazione prosegue, ed il suo ufficio di Via Carlo Tenca, a Milano, continua ad essere un importante luogo di incontro e di riunione sia per i dirigenti del CLN che per i comandanti partigiani. Proprio qui, il 29 settembre 1944, Lepetit è sorpreso ed arrestato dai nazifascisti. Interrogato e torturato più volte, viene rinchiuso nelle carceri di San Vittore fino al 17 ottobre, quando è deportato nel campo di concentramento di Bolzano. Il 18 novembre 1944 è tradotto in Austria, nel Lager Mauthausen; vi giunge il giorno 21 dello stesso mese. Smistato in un primo momento nel campo di lavoro di Melk, il 19 aprile 1945 è trasferito ad Ebensee (uno dei sotto-campi di Mauthausen), dove si spegne il 4 maggio 1945. Il comune di Milano ha dedicato alla sua memoria una lapide, posta inizialmente in viale Abruzzi 61 (luogo in cui la Società Lepetit ha avuto sede fino al dopoguerra) e spostata in via Lepetit contestualmente al trasloco dell’azienda nella nuova sede.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 38 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 29/8/1906
Luogo di nascita Lezza di Erba
Provincia di nascita Como

Data di morte: 4/5/1945
Nazione di morte: Austria
Luogo di morte: Sottocampo di Ebensee, Lager di Mauthausen

Categoria professionaleIndustriali, commercianti
Professione Imprenditore Amministratore delegato delle società Lepetit e Ledoga.

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Roby
Tipologia del condannato:Deportato
Motivo della deportazione: attività partigiana
Luogo della deportazione: Lager di Bolzano, poi Lager di Mauthausen, quindi Melk ed infine Ebensee
Condizione al momento della morte: Deportato
Descrizione della circostanza della morte: Arrestato a Milano il 29 settembre 1944 con alcuni collaboratori, è rinchiuso nelle carceri di San Vittore. Dopo essere stato interrogato e torturato più volte, il 17 ottobre è deportato nel Lager di Bolzano. Qui resta per circa un mese. Il 18 novembre infatti è inviato in Austria, a Mauthausen. Smistato prima nel campo di lavoro di Melk, successivamente è trasferito ad Ebensee (uno dei sottocampi del Lager di Mauthausen), dove si spegne il 4 maggio 1945.

BIBLIOGRAFIA

  • Lepetit, Roberto in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. III, Milano, La Pietra, 1971, p. 327
  • I martiri della libertà, Milano, A.N.P.I., [1945], p. 11
  • Mario Avagliano - Marco Palmieri Voci dai lager. Diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945, Torino, Einaudi, 2012, pp. 33, 92
  • Gianni Barbacetto Il signore della Resistenza in "Diario del mese" 21 gennaio 2005, [Milano], 2005, pp. 126-129
  • Bianca Ceva Una figura della Resistenza. Roberto Lepetit in "Il movimento di liberazione in Italia" n. 11, Milano, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, 1951
  • Bianca Ceva 5 anni di storia italiana 1940-1945, Milano, Edizioni di Comunità, 1964, pp. 277-280
  • Francesco M. Chiancone Un uomo da Milano a Ebensee 1940-1945. Roberto Lepetit, Bari, Laterza, 1992
  • Enzo Collotti - Renato Sandri - Frediano Sassi (a cura di) Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2001, vol. II p. 458
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 266-268
  • Mauri (Enrico Martini) Con la libertà e per la libertà, Torino, Società editrice torinese, 1947, pp. 58, 76-77
  • Valeria Morelli I deportati italiani nei campi di sterminio: 1943-1945, Milano, Scuole grafiche pav. Artigianelli, 1965, p. 378

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a Moglie, scritta in data 16-11-1944
Località di stesura: Lager di Bolzano
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Carte private di Roberto Lepetit, Milano


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