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Arturo Arosio (Tarzan)



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Arturo Arosio. L’archivio Insmli conserva copia digitale del documento nel fondo "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana - Raccolta Insmli 2007" Di anni 19. Nato il 24 maggio 1925 a Lissone (Milano). Dopo l’armistizio è chiamato alle armi dal bando Graziani. Arruolato nella Divisione Alpina Monterosa, è inviato a Munsingen, in Germania, per l’addestramento. Nel luglio 1944 rientra in Italia, a Chiavari, dove il suo reparto presidia il territorio. Nella seconda metà del mese Arosio diserta e si unisce alle formazioni partigiane della zona. Con il nome di battaglia di "Tarzan" entra nelle fila della Brigata Centocroci, operante nella zona di La Spezia. Nell’inverno 1944-45 è sorpreso da un rastrellamento e catturato. Incarcerato a Chiavari, è processato per diserzione. L’abilità del suo avvocato lo salva dalla pena di morte, ma Arosio deve comunque scontare 30 anni di reclusione. Il 13 marzo 1945 in un incursione partigiana a Villa Pino di Santa Margherita di Fossa Lupara (Sestri Levante, Genova) perdono la vita il tenente della X Mas Roberto Gandolfo e suo padre. Per rappresaglia, il Tribunale militare di Chiavari condanna alla fucilazione 6 detenuti. Il 18 marzo 1945 Arturo Arosio, Giuseppe Barletta, Emanuele Giacardi, Luigi Marone, Mario Piana ed Alessandro Sigurtà sono condotti nei pressi del luogo dell’attentato e giustiziati da un plotone composto da militi della 3ª Compagnia della XXXI Brigata Nera "Generale Silvio Parodi".

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 19 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 24/5/1925
Luogo di nascita Lissone
Provincia di nascita Milano

Data di morte: 18/3/1945
Luogo di morte: Villa Pino di Santa Margherita di Fossa Lupara
Comune di morte: Sestri Levante
Provincia di morte: Genova
Regione di morte:Liguria

Arruolato nella Repubblica Sociale Italiana.
Periodonovembre 19430
Reparto RSIDivisione alpina Monterosa

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Tarzan
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: luglio 1944 - 18/3/1945
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata Centocroci
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale militare di Chiavari
Esecuzione:Fascista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Rastrellato nell'inverno 1944-45, è rinchiuso nel penitenziario di Chiavari. Processato per diserzione, evita la pena di morte grazie all'abilità del suo avvocato, ma deve comunque scontare 30 anni di carcere. Dopo l'attentato partigiano in cui perde la vita il tenente della X Mas Roberto Gandolfo, viene nuovamente processato e condannato a morte per rappresaglia.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 13 marzo 1945 il tenente della X Mas Roberto Gandolfo e suo padre vengono uccisi nella loro abitazione di Chiavari da alcuni partigiani. Per rappresaglia il Tribunale militare del paese condanna a morte i detenuti Arturo Arosio, Giuseppe Barletta, Emanuele Giacardi, Luigi Marone, Mario Piana ed Alessandro Sigurtà. Il 18 marzo i 6 prigionieri vengono trasportati a Villa Pino di Santa Margherita di Fossa Lupara (Sestri Levante, Genova) e fucilati alla schiena nel luogo dell’attentato da un plotone della 3a compagnia della Brigata Nera Generale Silvio Parodi. A differenza degli altri, Mario Piana sopravvive all’esecuzione. Creduto morto ed abbandonato, viene salvato da alcuni partigiani, ma si spegne in ospedale in seguito alle ferite riportate.
Collegamenti:Strage di Villa Pino di Santa Margherita di Fossa Lupara, comune di Sestri Levante (Genova). 18/3/1945
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere:

BIBLIOGRAFIA

  • Brigate del popolo, Milano, 1946, Edizioni La Fiamma, pp. 12-13
  • Sandro Antonini Sestri Levante 1940-1945: gli anni della guerra, Genova, De Ferrari, 1998, p. 318
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 87-89
  • Silvano Lissoni E questa fu la storia. Il romanzo della vita di Leonardo Vismara spesa alla ricerca della libertà nella Lissone del ventennio fascista, della seconda guerra mondiale e della Resistenza, 25 aprile 2005, pp. 130-131

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Madre e ai familiari, scritta in data 16-03-1945
Località di stesura: Chiavari
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: trascrizione a macchina
La lettera è conservata presso: Renato Pellizzoni,

Note al documento:
L'archivio Insmli conserva copia digitale del documento nel fondo "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana - Raccolta Insmli 2007".

INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI