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Renato Molinari



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Renato Molinari. Se ne conserva copia digitale presso l’Archivio Insmli. Di anni 34. Nato il 18 settembre 1910 a Novara. Sposato. Di professione avvocato. Trasferitosi con la famiglia in Abruzzo nei primi anni venti, frequenta la facoltà di giurisprudenza e si laurea nel 1932. Nel 1928 si iscrive al Partito nazionale fascista. Messo a capo del fascio giovanile di Teramo, è anche dirigente provinciale del G.U.F. (Gruppo universitario fascista), consultore della Scuola di Mistica fascista e caporedattore del giornale "Il Solco". Nel 1940 è chiamato alle armi e arruolato con il grado di capitano nel Battaglione alpino Val Pescara , dislocato in Grecia e Montenegro. L’esperienza della guerra lo porta a rivedere le sue posizioni, tanto che, dopo il rimpatrio (luglio 1943) e l’armistizio, egli non esita a collegarsi ai primi gruppi partigiani del Teramano. La sua attività in seno al movimento partigiano non rimane tuttavia segreta molto a lungo: convocato dal Comando militare provinciale, Molinari vi si presenta l’8 febbraio 1944, venendo immediatamente arrestato. Consegnato ai tedeschi, è dapprima inviato a Bolzano, quindi trasferito nel campo di internamento per ufficiali italiani di Vittel, in Francia. Riuscito a fuggire il 14 agosto successivo, si unisce al Maquis ed entra nelle fila del Gruppo Bourgogne in qualità di capitano delle Forces Françaises de l’Intérieur. Dopo aver preso parte a numerose azioni (tra cui la liberazione di Lione), rientra in Italia e, verso la fine di novembre, diventa l’ufficiale di collegamento con le Forze Alleate della IV Divisione alpina Canavesana. Inviato in missione a Noasca (TO), è tradito da una delazione e catturato dai tedeschi il 3 dicembre 1944, mentre si trova a Locana (TO). Trasportato alla caserma "Pinelli" di Cuorgné (TO), viene a lungo torturato e interrogato dai nazisti, che tentano di ottenere da lui informazioni sull’attività anglo-americana in Francia. Trasferito a Rivoli, viene rinchiuso nello scantinato (adibito a prigione) delle "Casermette" fino al 10 marzo 1945. Alle ore 18e45 infatti, Molinari è prelevato dalla cella e fucilato dai militi germanici per rappresaglia ad un attentato partigiano avvenuto a Bussoleno (TO). Con lui sono giustiziati anche Luciano Berton, Giuseppe Cassinelli, Luigi Lucco Borlera, Luigi Moschini, Francesco Novelli e Luigi Tartaglione. Alla memoria di Renato Molinari è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 34 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 18/9/1910
Luogo di nascita Novara

Data di morte: 10/3/1945
Luogo di morte: Carceri di Corso Susa, al confine tra Rivoli e Torino
Comune di morte: Rivoli
Provincia di morte: Torino
Regione di morte:Piemonte

Titolo di studioLaurea
Categoria professionaleCulto, professioni e arti liberali
Professione Avvocato Dirigente provinciale del GUF; consultore della Scuola di Mistica fascista; caporedattore de "Il Solco"
Appartenenza alle Forze armateEsercito
Arma Fanteria, corpo degli Alpini
Reparto tiburio Battaglione Val Pescara
GradoCapitano
Località di servizioGrecia e Montenegro

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: autunno 1943 - 8/2/1944
Tipo di reparto: Gruppo
Nome del reparto: Gruppo partigiano in provincia di Teramo
Seconda formazione nella Resistenza: 18/8/1944 - 11/1944
Tipo di reparto: Gruppo
Nome del reparto: Gruppo Bourgogne
Grado conseguito: Capitano delle Forces Françaises de l'Intérieur
Terza formazione nella Resistenza: novembre 1944 - 10/3/1945
Tipo di reparto: Divisione
Nome del reparto: Divisione Alpina Canavesana 4ª
Grado conseguito: Ufficiale di collegamento con le Forze alleate
Motivo della deportazione: Attività cospirativa
Luogo della deportazione: Campo di internamento per ufficiali italiani di Vittel (Francia)
Data della deportazione: 8/2/1944
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Renato Molinari è arrestato dai tedeschi il 3 dicembre 1944, a Locana (To). Condotto alla Caserma Pinelli di Cuorgné, viene pestato e interrogato a lungo prima del trasferimento nello scantinato delle "Casermette" di Rivoli. Verrà fucilato con altri 6 compagni il 10 di marzo 1945.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 10 marzo 1945, soldati nazisti prelevarono dalle Casermette di Rivoli 7 partigiani là detenuti e, alle 18 e 45 dello stesso giorno, li fucilarono per rappresaglia contro un attentato ai danni di alcuni militari tedeschi avvenuto a Bussoleno (To). Questi i nomi dei 7 condannati: Luciano Berton, Giuseppe Cassinelli, Luigi Lucco Borlera, Renato Molinari, Luigi Moschini, Francesco Novelli e Giuseppe Tartaglione.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'argento
Collegamenti:Strage di Carceri di Corso Susa, al confine tra Rivoli e Torino , comune di Rivoli . 10/3/1945
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Giuseppe Tartaglione |

BIBLIOGRAFIA

  • Emidio Cerulli Renato Molinari in "La Resistenza nel Teramano", Teramo, Casa della cultura "Carlo Levi", 1975, pp. 92-94
  • Anna Di Gianvito Renato Molinari: una biografia politica, tesi di laurea, Università degli studi di Chieti, facoltà di Scienze politiche di Teramo, A.A. 1992-1993 (relatore Adolfo Pepe)
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 184-185
  • Arnaldo Giunco Renato Molinari, dal fascismo alla resistenza, Barzago (Lecco), Editrice Marna, 2001
  • Bruno Maida (a cura di) Rivoli 1940-1945 : luoghi e percorsi della memoria, Torino, Blu, [2006], pp. 73, 79-80, 92, 95
  • Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 205-206
  • Renato Molinari Le stelle dell’Orsa maggiore, Teramo, Casa Editrice Tipografica, 1943
  • COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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    Lettera a Linda Falasco, scritta in data 10-03-1945
    Località di stesura: Carceri
    Stato del documento: autografo


    La lettera è conservata presso: Centro studi Ettore Luccini, Via Beato Pellegrino, 18 - 35137 Padova
    tel e fax 0498755698
    e-mail: info@centrostudiluccini.it.
    web: http://www.centrostudiluccini.it/

    Note al documento:
    Una copia digitale del documento è conservata presso l'archivio INSMLI, Fondo "Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945"

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    Lettera a zio, scritta in data 10-03-1945
    Località di stesura: Carceri
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: copia digitale

    La lettera è conservata presso:
    Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

    Collocazione archivistica:
    Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945; Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 8 fasc. 15


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    Lettera a familiari, scritta in data 10-03-1945
    Località di stesura: Carceri
    Stato del documento: copia


    Tipo di copia della lettera: copia digitale

    La lettera è conservata presso:
    Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri - Milano

    Indirizzo web:
    http://www.italia-liberazione.it/parri-milano

    Collocazione archivistica:
    Fondo Raccolta Franzinelli/Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945; Fondo Malvezzi Piero Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea, b. 8 fasc. 15


    INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI