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Mario Modotti (Tribuno)



PRESENTAZIONE

La foto ritrae Mario Modotti. Di anni 32. Nato il 12 novembre 1912 a Udine. Sposato e padre di un figlio. Di professione operaio, con qualifica di attrezzista navale. Impiegato presso i "Cantieri Riuniti dell’Adriatico" di Monfalcone (GO), frequenta i corsi serali di istruzione organizzati dalla medesima azienda ed ottiene il diploma aeronautico per corrispondenza. Membro dei gruppi antifascisti dello stabilimento, aderisce al Partito comunista e collabora attivamente con "Soccorso rosso". Richiamato alle armi il 19 giugno del 1940 per "esigenze di carattere eccezionale", è arruolato in Marina con il grado di sottocapo cannoniere e assegnato al deposito del Corpo Reale Equipaggi Marittimi (C.R.E.M.) di Pola, in Istria. Un anno dopo ottiene il congedo, su richiesta degli stessi Cantieri Riuniti. Nel 1942 viene incaricato dal partito di collegarsi alla Resistenza slovena, perciò si trasferisce con tutta la famiglia a Vipulzano, nei pressi di Cormons (GO). Entrato a far parte del Comitato sindacale clandestino di fabbrica, dopo l’armistizio diventa anche il rappresentante del P.C.d’I. in seno al Comitato d’azione di Monfalcone e costituisce, assieme a Mario Fantini e Bruno Giorgi, il primo Battaglione Garibaldi, di cui è nominato comandante. Particolarmente attiva in tutto il Friuli orientale, la formazione è costretta a sciogliersi il 1º dicembre 1943, a causa della massiccia ondata di rastrellamenti effettuata dai nazifascisti. Spostatosi a Bicinicco (UD), nell’inverno successivo Modotti si occupa principalmente di allacciare rapporti tra le diverse bande di montagna e di reclutare nuovi partigiani, soprattutto nelle province di Udine e Pordenone. Il 15 marzo 1944 costituisce il Battaglione Nino Bixio, che guida fino al 7 agosto, quando riesce ad unificare le forze osovane e garibaldine della Valcellina nella Brigata mista Ippolito Nievo A, di cui egli stesso si pone a capo, assieme a Pietro Maset e Giulio Contin. Tornato in pianura nel dicembre del ’44, in seguito alla controffensiva tedesca e la rioccupazione della zona libera della Carnia, Modotti si rifugia nella propria abitazione di Bicinicco, ma la sera del 6 febbraio 1945 è sorpreso e arrestato da elementi del Centro repressione antipartigiana di Palmanova, informati da un delatore. Imprigionato nella Caserma "Piave", subisce ripetute torture, finché, pochi giorni dopo, è tradotto alle carceri di Udine. Processato dal Tribunale speciale tedesco del Litorale Adriatico il 14 marzo, è condannato a morte con altri 36 compagni d’armi e di prigionia. Tutti i tentativi di liberarlo tramite uno scambio di prigionieri falliscono. Alle ore 5 del 9 aprile 1944 Modotti è prelevato dall’infermeria del penitenziario (dov’era costretto a causa di una malattia contratta prima ancora della cattura) e condotto nel cortile, dove viene fucilato da un plotone di SS comandato da due ufficiali della polizia segreta tedesca (SD-SIPO, acronimo di Sicherheit Dienst-Sicherheits Polizei). Assieme a lui vengono giustiziati Leandro Nonini, Francesco Del Vecchio, Luigi Ciol, Gino Nosella, Giuno Coloricchio, Matteo Bossa, Eugenio De Patro, Valentino Monai, Enrico Pascuttini, Antonio Morocutti, Ennio Radina, Benitto Siniciani, Umberto Bonn, Ellio livoni, Arduino Potocco, Luigi Granchelli, Napolione Zampichiati, Angelo Adamo, Giovanni Beccia, Mario Foschiani (scritto "Focchiani" sul comunicato emesso dal tribunale), Ellio Polo, Albino Gonano, Salvatore Genovesi, Luigi Cordazzi, Giovanni Ghedina, Ovidio Favret, Giuseppe Favret, Giulio Tesolin. Dopo la liberazione, alla memoria di Mario Modotti è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

Autore della presentazione: Igor Pizzirusso

DATI ANAGRAFICI

Età 32 anni
Genere Maschio
Stato civileConiugato
Data di nascita 12/11/1912
Luogo di nascita Udine

Data di morte: 9/4/1945
Luogo di morte: Carceri di Via Spalato
Comune di morte: Udine
Regione di morte:Friuli Venezia Giulia

Titolo di studioLicenza media superiore. Diploma di perito aeronautico
Categoria professionaleOperai
Professione Operaio Attrezista navale; lavora e frequenta anche corsi serali presso i Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone.
Appartenenza alle Forze armateMarina
Reparto tiburio Deposito del C.R.E.M. (Corpo Reale Equipaggi Marittimi)
GradoSottocapo cannoniere
Località di servizioPola (Istria)

Appartenenza politicaComunista

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Tribuno
Tipologia del condannato:Partigiano
Prima formazione nella Resistenza: settembre 1943 - 1/12/1943
Tipo di reparto: Battaglione
Nome del reparto: Battaglione Garibaldi Friuli
Grado conseguito: Comandante
Seconda formazione nella Resistenza: 15/3/1944 - 6/8/1944
Tipo di reparto: Battaglione
Nome del reparto: Battaglione Nino Bixio
Grado conseguito: Comandante
Terza formazione nella Resistenza: 7/8/1944 - 6/2/1945
Tipo di reparto: Brigata
Nome del reparto: Brigata mista Garibaldi - Osoppo Ippolito Nievo A
Grado conseguito: Comandante
Condizione al momento della morte: Combattente
Agente della condanna: Sentenza di un tribunale. Tribunale speciale tedesco del Litorale Adriatico - Sentenza emessa in data 14/3/1945.
Esecuzione:Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Catturato da elementi del Centro repressione antipartigiana di Palmanova la sera del 6 febbraio 1945, mentre si trova nella sua abitazione, Mario Modotti è subito imprigionato nella Caserma "Piave", dove subisce torture e pestaggi. Trasferito nelle carceri di Udine, il 14 marzo viene condannato a morte dal Tribunale speciale tedesco del Litorale Adriatico. Verso le 5 del mattino del 9 aprile, viene prelevato dall’infermeria e fucilato con altri 28 partigiani. Le testimonianze raccontano che dinanzi ai suoi giustizieri Modotti cantò un motivo antifascista, e che, poco prima di cadere, il suo ultimo grido fu "Viva l’Italia libera".
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione Il 14 marzo 1945 il Tribunale speciale tedesco del Litorale adriatico condanna a morte 37 partigiani detenuti nelle carceri di Udine. Il mattino del 9 aprile 1945, 29 di essi vengono condotti nel cortile della prigione, divisi in tre gruppi e fucilati da un plotone composto da militi delle SS, comandato da due ufficiali della polizia segreta tedesca (SD-SIPO, acronimo di Sicherheit Dienst-Sicherheits Polizei). Quel medesimo giorno, un comunicato dello stesso tribunale rende pubblici i loro nomi: Leandro Nonini, Francesco Del Vecchio, Luigi Ciol, Gino Nosella, Giuno Coloricchio, Matteo Bossa, Eugenio De Patro, Valentino Monai, Enrico Pascuttini, Antonio Morocutti, Ennio Radina, Mario Modotti, Benitto Siniciani, Umberto Bonn, Ellio livoni, Arduino Potocco, Luigi Granchelli, Napolione Zampichiati, Angelo Adamo, Giovanni Beccia, Mario Foschiani (scritto
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'argento
Collegamenti:Strage di Carceri di Via Spalato , comune di Udine . 9/4/1945
Visualizzazione ingrandita della mappa
Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Luigi Ciol | Mario Foschiani |

BIBLIOGRAFIA

  • Mario Modotti in "Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza" vol. III, Milano, La Pietra, 1968, pp. 760-761
  • Alberto Buvoli - Alviero Negro Movimento di liberazione in Friuli 1900/1950, Udine, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1973, pp. 222-223
  • Alberto Buvoli Il partigiano Battisti: Giannino Bosi medaglia d’oro della resistenza friulana, Padova, Il poligrafo, 1995, pp. 8, 23, 24n, 31n, 32, 37, 50n
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 181-183
  • Marietto Modotti Mio padre Tribuno in "Il verde, il rosso, il bianco. La V Brigata "Osoppo" e la Brigata osovano-garibaldina "Ippolito Nievo"" di Renzo Biondo, Padova, Cleup, 2002, pp. 245-247
  • Luigi Raimondi Cominesi Modotti Mario "Tribuno". Storia di un comandante partigiano, Udine, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 2002

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

» Leggi
Lettera a Figlio, scritta in data 01-04-1945
Località di stesura: Carcere di Udine
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Marietto Modotti,

Note al documento:
Sulla busta che conteneva la lettera è scritto, in un riquadro sotto l'indirizzo del destinatario: "Ultime volontà di un condannato a morte." Presso l'Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (Udine) è conservata una copia dattiloscritta della lettera.

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Lettera a Moglie, scritta in data 01-04-1945
Località di stesura: Carcere di Udine
Stato del documento: autografo


La lettera è conservata presso: Marietto Modotti,

Note al documento:
Presso l'Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (Udine) è conservata una copia dattiloscritta della lettera.

INFORMAZIONI REPERIBILI IN ALTRE BANCHE DATI