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Luigi Alberto Broglio (Gigi)



PRESENTAZIONE

L’immagine riproduce un primo piano di Luigi Alberto Broglio. Di anni 20, studente universitario di ingegneria, celibe. Nato a Sant’Ilario Ligure (Genova) il 19 agosto 1923 e residente a Piacenza. Cresciuto in una famiglia di ideali risorgimentali, alimentò la memoria dello zio materno, Pietro Corsieri, imprigionato dagli austriaci allo Spielberg e dello zio paterno, Gaetano Broglio, capitano garibaldino e combattente della guerra di Crimea. Sempre al seguito del padre che, per motivi di lavoro, cambiò spesso residenza, Luigi conobbe nel corso della sua infanzia varie città italiane per poi stabilirsi a Piacenza. Qui frequentò il liceo "Gioia", ma il suo spirito critico, soprattutto verso l’autoritarismo del regime fascista, lo portò a contestare apertamente i professori e il preside che ne decretarono l’espulsione. Conclusi gli studi liceali a Cremona, si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria di Parma, dove frequentò le associazioni giovanili cattoliche. Dopo l’8 settembre 1943, partecipò alla costituzione delle prime formazioni partigiane piacentine, coadiuvando il colonnello Emilio Canzi. Dopodiché, essendo ricercato, decise di attraversare le linee con un capitano inglese. In virtù del suo coraggio e dell’ottima conoscenza della lingua inglese, entrò a far parte del Servizio Informazioni Militare della V Armata alleata, in qualità di ufficiale di collegamento. Nel maggio 1944 gli fu assegnato l’incarico di mantenere le comunicazioni tra i partigiani attivi nell’entroterra di La Spezia e l’VIII Armata britannica. Sbarcato con un sottomarino nei pressi della città, fu catturato dalle SS in seguito a delazione. Incarcerato nelle prigioni genovesi di Marassi, fu interrogato e torturato. Probabilmente all’inizio del mese di giugno fu inviato a Fossoli come internato politico. Il 12 luglio, al poligono di tiro di Cibeno, fu fucilato insieme ad altri 66 internati politici. La condanna fu motivata come rappresaglia per un attentato partigiano compiuto a Genova. Il 4 marzo 1947 ottenne il certificato di benemerenza alla memoria dal generale Alxander. Con D. P. 21-4-1977, gli fu assegnata la Medaglia d’Argento al Valor militare alla memoria con la seguente motivazione: «Fedele alle tradizioni familiari di libertà e di indipendenza era tra i primissimi a scegliere la via del sacrificio e del rischio per unirsi con attiva ed appassionata azione ad una formazione partigiana operante nel piacentino di cui diveniva presto l’animatore ed organizzatore. In una rischiosa e difficile missione unitamente ad un ufficiale inglese riusciva ad attraversare le linee allo scopo di ottenere dagli alleati utili collegamenti ed efficaci aiuti. Sbarcato in Liguria da un sottomarino alleato, per infame delazione, veniva scoperto e catturato dai Tedeschi. Processato e sottoposto a stressanti interrogatori resistette con fierezza alle crudeli torture, senza nulla rivelare sui compagni di lotta e sulla sua organizzazione. Riuscito a scampare alla fucilazione immediata, veniva inviato nel campo di concentramento di Fossoli (Carpi) dove, successivamente, in attuazione di una sommaria rappresaglia, unitamente ad altri internati veniva barbaramente trucidato. Giovane generoso ed entusiasta, esempio di ardimentoso e valido combattente per i più puri ideali offriva alla Patria la sua promettente esistenza»

Autore della presentazione: Enrica Cavina

DATI ANAGRAFICI

Età 20 anni
Genere Maschio
Stato civileCelibe
Data di nascita 19/8/1923
Luogo di nascita Sant'Ilario Ligure
Provincia di nascita Genova
Residenza Piacenza

Data di morte: 12/7/1944
Luogo di morte: Poligono di tiro di Cibeno, frazione di Carpi in provincia di Modena . C'è memoria epigrafica
Comune di morte: Carpi
Provincia di morte: Modena
Regione di morte:Emilia Romagna

Titolo di studioStudi universitari. Iscritto alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Parma
Categoria professionaleCondizioni non professionali
Professione Studente universitario

ATTIVITÀ NELLA RESISTENZA

Nome di battaglia: Gigi
Tipologia del condannato:Deportato
Prima formazione nella Resistenza: 9/1943 - - -
Tipo di reparto: Formazione
Nome del reparto: Formazione partigiana nel Piacentino
Grado conseguito: Coadiuvante del colonnello Emilio Canzi
Seconda formazione nella Resistenza: - - -
Tipo di reparto: Struttura militare alleata
Nome del reparto: Struttura militare alleata V Armata alleata - Servizio Informazioni Militari
Grado conseguito: Ufficiale di collegamento
Motivo della deportazione: Appartenenza alle forze Alleate
Luogo della deportazione: Campo di concentramento di Fossoli
Condizione al momento della morte: Deportato
Agente della condanna: Decisione di un comando militare
Tipo di esecuzione: Nazista
Circostanza della morte: Strage
Descrizione della circostanza della morte: Arruolato nella Quinta Armata Alleata nel Servizio informazioni militare come ufficiale di collegamento grazie alla sua buona conoscenza dell'inglese, fu consegnato da un traditore, durante una missione nei pressi di La Spezia nel maggio 1944, al Comando genovese delle SS. Incarcerato nelle prigioni di Marassi, fu internato a Fossoli nella seconda metà di maggio. L'11 luglio 1944 fu inserito tra i 70 prigionieri destinati, all'alba del giorno successivo, alla fucilazione nel poligono di tiro del Cibeno.
Causa della morte: Fucilazione
Modalità dell'esecuzione La strage nazista del 12 luglio 1944 compiuta al poligono di Cibeno presenta ancora molti aspetti oscuri e di difficile lettura. Le ricostruzioni di quell’evento concordano comunque sul fatto che alle vittime, tutti prigionieri politici internati al campo di Fossoli a Carpi (Mo), fu letta la sentenza di condanna a morte, motivata come rappresaglia per un attentato a Genova. Alle 4 del mattino del 12 luglio 1944, 71 prigionieri politici, selezionati la sera prima formalmente per partire per la Germania, furono fatti uscire dalla baracca in cui avevano alloggiato la notte. Renato Carenini fu escluso, Teresio Olivelli riuscì a nascondersi mentre un primo gruppo di 20 prigionieri venne condotto al poligono di tiro. Quando il secondo gruppo di 25 persone giunse al poligono, Mario Fasoli ed Eugenio Jemina si resero conto del pericolo e innescarono una ribellione durante la quale riuscirono a fuggire. I restanti ribelli furono uccisi sul posto dalla guardia russa del campo. Dopodiché i 24 componenti del terzo gruppo partirono dal campo ammanettati per essere fucilati al poligono dove i corpi venivano gettati insieme agli altri in una fossa comune scavata precedentemente da ebrei del campo. 67 furono i prigionieri politici coinvolti nella strage: Achille Andrea, Alagna Vincenzo, Arosio Enrico, Baletti Emilio, Balzarini Bruno, Barbera Giovanni, Bellino Vincenzo, Bertaccini Edo, Bertoni Giovanni, Biagini Primo, Bianchi Carlo, Bona Marcello, Brenna Ferdinando, Broglio Luigi Alberto, Caglio Francesco, Ten. Carioni Emanuele, Carlini Davide, Cavallari Brenno, Celada Ernesto, Ciceri Lino, Cocquio Alfonso Marco, Colombo Antonio, Colombo Bruno, Culin Roberto, Dal Pozzo Manfredo, Dall’Asta Ettore, De Grandi Carlo, Di Pietro Armando, Dolla Enzo, Col. Ferrighi Luigi, Frigerio Luigi, Fugazza Alberto Antonio, Gambacorti Passerini Antonio, Ghelfi Walter, Giovanelli Emanuele, Guarenti Davide, Ingeme Antonio, Kulczycki Sas Jerzj, Lacerra Felice, Lari Pietro, Levrino Michele, Liberti Bruno, Luraghi Luigi, Mancini Renato, Manzi Antonio, Col. Marini Gino, Marsilio Nilo, Martinelli Arturo, Mazzoli Armando, Messa Ernesto, Minonzio Franco, Molari Rino, Montini Gino, Mormino Pietro, Palmero Giuseppe, Col. Panceri Ubaldo, Pasut Arturo, Pompilio Cesare, Pozzoli Mario, Prina Carlo, Renacci Ettore, Gen. Robolotti Giuseppe, Tassinati Corrado, Col. Tirale Napoleone, Trebsé Milan, Vercesi Galileo, Vercesi Luigi.
Riconoscimenti:militare: Medaglia d'argento assegnata in data 20 aprile 1978
Collegamenti:Strage di Poligono di tiro di Cibeno, frazione di Carpi in provincia di Modena , comune di Carpi . 12/7/1944
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Condannati dello stesso gruppo di cui esistono lettere: Enrico Arosio | Bruno Balzarini | Carlo Bianchi | Francesco Caglio | Emanuele Carioni | Bruno Colombo | Felice Lacerra | Michele Levrino | Antonio Manzi | Franco Minonzio | Rino Molari | Ettore Renacci | Galileo Vercesi | Luigi Vercesi |

BIBLIOGRAFIA

  • AA. VV. In ricordo di Serafino Maggi, Piacenza, Istituto per la storia del Risorgimento, 1982, pp. 313-337.
  • Mario Avagliano - Marco Palmieri Voci dai lager. Diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945, Torino, Einaudi, 2012, p. 217
  • Mimmo Franzinelli (a cura di) Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza. 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005, pp. 250.
  • Anna Maria Ori - Carla Bianchi Iacono - Metella Montanari Uomini nomi memoria: Fossoli 12 luglio 1944, Carpi, Nuovagrafica, 2004, pp. 44-45.
  • Guido Sbornini Nove anni a Modena (1940-1949). Memorie di guerra del Sac. D. Guido Sbornini, Modena, Istituto Salesiano S. Giuseppe, 1986, pp. 11-12., Trattasi di un testo dattiloscritto.
  • Ilva Vaccari Dalla parte della libertà. I caduti modenesi nel periodo della Resistenza entro e fuori i confini della provincia. Forestieri e stranieri caduti in territorio modenese, s.l., Coop Estense, 1999, pp. 116-117.

COLLOCAZIONE ARCHIVISTICA

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Lettera a famigliari, scritta in data 11-07-1944
Località di stesura: Fossoli
Stato del documento: copia


Tipo di copia della lettera: fotocopia cartacea
La lettera è conservata presso: Archivio della Fondazione ex Campo Fossoli, presso l’Archivio Storico Comunale di Carpi, piazzale Re Astolfo, 1 c/o Palazzo Pio (ala Ex Carceri) - Carpi (Modena)
tel 059-649959 fax 059-649976
e-mail: archivio.storico@carpidiem.it
web: http://wawatosa.netribe.it/carpi/index.jsp

Collocazione archivistica:
Archivio Fondazione ex Campo Fossoli presso ASCC, b. Martiri di Fossoli I/A-C, fasc. Broglio Luigi 13

Collocazione bibliografica:
Anna Maria Ori - Carla Bianchi Iacono - Metella Montanari Uomini nomi memoria: Fossoli 12 luglio 1944, Carpi, Nuovagrafica, 2004, pp. 44-45.

Note al documento:
Si ringrazia sentitamente Giovanni Taurasi (Fondazione ex Campo Fossoli) che ci ha consentito la pubblicazione delle copie delle lettere dei fucilati di Cibeno, presenti nell’archivio della Fondazione, e le famiglie tutte per averle rese disponibili alla pubblica consultazione.

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