Eccidio: uccisione da 2 a 4 persone. Strage: uccisione di 5 persone e oltre.
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eccidio di Caserma Lamarmora, comune di Siena (Siena). 13/3/1944.
Nella mattina del 13 marzo 1944, i diciannovenni Renato Bindi, Adorno Borgianni, Tommaso Masi, Leandro Muzzi, Mario Muzzi, Alberto Paolucci e Primo Simi furono processati per renitenza alla leva dal Tribunale militare straordinario di guerra. Leandro e Mario Muzzi e Alberto Paolucci furono condannati a 24 anni di reclusione, mentre gli altri quattro giovani alla pena capitale. Dopo la sentenza i condannati ricevettero i conforti religiosi e scrissero gli ultimi messaggi ai famigliari. Alle 17.30 Simi e Borgianni furono prelevati da un camioncino e condotti nel piazzale della caserma Lamarmora. Per 15 minuti i due giovani furono fatti sedere su una sedia, bendati e con le mani legate dietro la schiena. Dopodiché furono fucilati da un plotone di esecuzione fascista. Tolte le loro salme, fu la volta di Bindi e Masi. Bindi morì sul colpo mentre Masi subì una più lunga agonia. Rimasto gravemente ferito, ricevette altri cinque colpi dal capitano Gabriele Zoppis. Ciononostante continuò a vivere fino a quando non intervenne un milite della GNR che lo finì con due raffiche di mitra.
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